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Covid-19: 5 domande a cui non c’è ancora risposta

A marzo per noi il virus era assolutamente sconosciuto, mentre col tempo lo è sempre di meno. Di fatto, non sono più così misteriose le polmoniti in Cina, e ogni giorno si sanno sempre più cose sul Covid-19. Tuttavia, ci sono ancora alcune domande che ci poniamo alle quali non c’è ancora risposta. Tra queste abbiamo quella che riguarda l’immunità di gregge, che non sappiamo quando arriverà, quanto persisterà l’immunità dei vaccini, quanto durerà ancora l’epidemia a livello nazionale e mondiale e come si evolverà nel futuro. Andiamo a vedere nel dettaglio 5 domande che ci stiamo ponendo a cui, purtroppo, ancora non sappiamo rispondere.

 

Covid-19: le cinque domande che tutti si stanno facendo in questo momento

1. Immunità di gregge: quando verrà raggiunta?

Ad oggi non si può ancora dire, ma risulta essere molto importante, poiché è il punto d’arrivo che si palesa quando un virus non si diffonde più nella popolazione perché è già protetta. Per ottenerla, devono essere tutti immuni e una parte della popolazione deve essere vaccinata. Ma in che quantità? Circa il 60-70% di una popolazione, secondo quanto riportato dall’OMS.

Dunque, questa sarebbe la soglia minima, ma non è d’accordo Anthony Fauci, immunologo a capo del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, protagonista scientifico nella task force Usa per il coronavirus, il quale dice che almeno l’80-90% di una popolazione deve essere vaccinata per avere l’immunità di gregge.

Di immunità di gregge si parla principalmente quando si inizia una campagna vaccinale, e non da uno scenario ipotizzato da Boris Johnson all’inizio della pandemia, ovvero di un’immunità di gregge raggiunta con la circolazione del virus.

2. Quanto dura l’immunità dopo essere guariti dal Covid-19?

I risultati sul Covid-19 mettono in evidenza che il livello di anticorpi specifici contro il virus, sviluppati dalle persone che lo hanno avuto, possono calare significativamente dopo alcuni mesi. Infatti, una ricerca indica che l’immunità cellulare, può durare fino a sei mesi. Proprio per questo motivo, l’OMS suggerisce di posticipare di sei mesi la vaccinazione per chi ha già contratto il virus.

Tuttavia, uno studio recente ha indicato che la memoria immunitaria, quindi la protezione, potrebbe durare addirittura anni. Ancora da confermare è l’ipotesi di un lieve calo a distanza di otto2 mesi dall’infezione delle cellule B e T del sistema immunitario. Questi dati possono essere importanti anche per studiare quanto dura l’immunità che ci dà il vaccino.

 

3. Il vaccino per quanto tempo ci immunizza?

Non è ancora chiaro se il vaccino può durare mesi o addirittura anni. Per gli altri coronavirus (non Sars-CoV-2), indicano che la protezione potrebbe durare almeno 9-12 mesi. Di fatto, gli studi raccolti fino ad ora sono stati fatti più in relazione della risposta immunitaria e agli anticorpi che sulla vaccinazione, anche a causa del tempo a disposizione che è stato avuto.

Una ricerca dell’Imperial College London pubblicata sul Lancet, spiega che le informazioni ad oggi non sono complete. “Non sapremo quanto dura l’immunità dopo la vaccinazione fino a quando non avremo più dati su quanto funzionano bene i vaccini contro il Covid-19 in condizioni reali”, scrivono i Cdc (Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie) statunitensi. Su The Conversation Anne Moore, biochimica all’università di Cork, scrive in un articolo“Non conosciamo ancora il livello minimo di immunità che si deve mantenere per proteggere dall’infezione, né quale tipo di immunità fornisce questa protezione”.

Generalmente, è fondamentale capire se e quanto un eventuale reinfezione dovuta al calo dell’immunità sia effettivamente preoccupante. Tuttavia, per sapere ciò, sarà necessario del tempo.

4. I vaccini saranno efficaci contro le nuove varianti del coronavirus?

Questo ancora non è chiaro. Ora conosciamo tre varianti, ossia quella del Regno Unito, Sudafrica e Brasile. Secondo gli scienziati è molto difficile che gli attuali vaccini siano inefficaci contro le varianti del Regno Unito e del Sudafrica, poiché le nuove forme di Sars-CoV-2 presentano alterazioni in alcune parti del virus, e i vaccini dovrebbero fornire la copertura necessaria.

Sulla variante brasiliana si hanno meno informazioni. Si sa per ora che questa raccoglie più mutazioni nella proteina spike e che potrebbe aiutare il virus di essere riconosciuto dal sistema immunitario, rendendolo così meno attaccabile dagli anticorpi. Ovviamente le indagini sono state avviate, anche se comunque le case farmaceutiche possono adattare ed aggiornare tranquillamente i vaccini nel caso perdessero di efficacia. Ripetiamo: è comunque difficile che ciò accada.

5. In futuro il Covid-19 sarà davvero come un semplice raffreddore?

Anche questa domanda frequente: cosa succederà fra alcuni anni se verremo in contatto con la Sars-Cov-2? Gli scienziati stanno già operando per capire le prossime trasformazioni del virus. Uno studio su Science indica che è possibile che il Covid-19, in futuro, possa assomigliare ad un semplice raffreddore.

Questo perché potrebbe avere un andamento simile a quella delle altre 4 forme di coronavirus considerati. Generalmente, in quest’ultimo caso i coronavirus sono molto diffusi e il Sars-CoV-2 potrebbe diventare endemico. La chiave sarà il passaggio da epidemico ad endemico, così la sua esposizione sarà precoce e sarà potenzialmente meno pericoloso. Quindi, in definitiva, l’idea dei ricercatori è che il Covid-19 potrebbe diventare un malanno di stagione, ma è sempre importante avere cautela.