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Recensione Ghostrunner: ONE HIT, ONE KILL al ritmo di cybertechno

Un’iniezione di adrenalina pura: così può essere definito Ghostrunner, la nuova produzione di One More Level, in collaborazione con 3D Realms e Slipgate6. Un concentrato di dinamicità e azione in continuo movimento, che rende questo titolo veramente irresistibile, anche se non proprio per tutti. Fin dai primi momenti ci ritroviamo immersi in un’atmosfera Cyberpunk perfetta, impersonando un alter-ego digitale in un mondo ormai al collasso. Si tratta di un’opera dal contenuto epico e frenetico, ma dai contorni selettivi, come solo un gioco one hit, one kill può essere. Non c’è margine di errore: corri, salta, colpisci, muori, corri, salta, colpisci, muori. E le morti, ve lo posso assicurare, saranno veramente molte.

 

L’Architetto, la Maestra delle Chiavi e un Ghostrunner

Un trama lineare ma intrigante vi accompagnerà nel corso della storia. Siete il Ghostrunner 74 che, dopo essersi svegliato da un lungo coma, si ritrova in un mondo nuovo, senza ricordare quasi nulla. A guidarlo l’Architetto, un personaggio misterioso, che illustrerà le meccaniche di gioco e i punti salienti della storia, nel corso della nostra scalata alla Torre Dharma.

La trama è ridotta all’osso, ma comunque efficace nel portarci avanti nel gioco, nelle varie sfide che ci si presentano davanti. Certo, questo non è un titolo che punta sulla trama, ma sull’azione frenetica, sulle sfide a tempo e sul flow che guida i nostri movimenti. Non mancano di certo i colpi di scena, anche se risultano un po’ telefonati.

 

One Hit, One Kill e molto altro

Preparatevi ad un mix di adrenalina che non vi farà staccare gli occhi dallo schermo per diverse ore consecutive. La missione è una sola: raggiungere il proprio obiettivo eliminando tutto ciò che si pone sul nostro cammino. Un sicario dalle doti incredibili, con una katana lucente dai riflessi di sangue che tra acrobazie, salti, rampini e corse sui muri avrà il solo scopo di tagliare a metà i propri nemici. Ma non pensate che sia così facile. Prendendo spunto da Hotline Miami e Mirror’s Edge, la meccanica di gioco è unilaterale: colpisci o muori. Non c’è possibilità di riscatto. Il più piccolo errore vi porterà alla morte, e di nuovo all’inizio dell’ultimo checkpoint. Ancora, e ancora, e ancora.

Nella maggior parte dei casi i checkpoint sono salvati in maniera adeguata, per farci ricominciare pochi secondi prima della morte. In altri un po’ meno, e saremo costretti a farci ogni volta una lunga camminata per poi morire nuovamente.

Un alter ego digitale la cui brutalità senza emozioni ben si adatta alla trama, ma soprattutto all’ambientazione, in un mondo cyberpunk sulla strada verso il collasso. Il gore, con schizzi di sangue, nemici tagliati a metà con esplosione di budella annessa, vi accompagnerà nel corso del 90% del gioco. L’unica eccezione riguarda i puzzle da risolvere per proseguire, che riprendono la meccanica di Tetris, ma in versione gigante, sia durante il gameplay, che nella gestione della abilità del personaggio, per il quale si dovrà scendere continuamente a compromessi a seconda dei pezzi e degli slot a nostra disposizione. Ma anche il platforming è parte integrante di questo gioco, con intere sezioni da affrontare in maniera perfetta con salti, tempismo e corse sui muri.

Sono molte le abilità che potremo padroneggiare, come ad esempio il rallentamento del tempo per evitare i colpi dei nostri nemici, o anche le kill multiple, con le quali uccideremo più nemici in un battito di ciglia, fino ad arrivare all’hack

di interi macchinari degli ambienti in cui ci troviamo.

 

Quando il Cyberpunk diventa arte

Questo Ghostrunner è visualmente totalizzante. Un ambiente post-industriale in stile cyberpunk vi accompagnerà per tutto il tempo, con luci al neon in grado di creare dei riflessi e delle atmosfere eccezionali. Tutti gli ambienti sono curati nei minimi dettagli, anche se man mano che si avanza di livello in livello diventano abbastanza ripetitivi. Ma non credo che ne avrete mai abbastanza di ammirare queste ambientazioni incredibili. Tuttavia non capita spesso di fermarsi ad ammirare i paesaggi, perché il gameplay non lo permette affatto, in una corsa contro il tempo sfiancante. Ma se e quando si decide di farlo, si resta a bocca aperta, per la vastità e l’immensità degli ambienti, come in una sorta di Città delle Macchine, dove la Natura non trova posto. Un design dalle trame eccellenti che diventa arte e protagonista del gioco insieme al vostro personaggio.

Anche la colonna sonora, un prodotto originale di Daniel Deluxe, riesce a creare un’atmosfera in perfetto sincrono con l’ambiente e con i ritmi della nostra avventura. Una colonna sonora in grado di gasare il giocatore tenendolo sulle spine quel tanto che basta a far salire il battito. Insomma, un titolo One Hit, One Kill a ritmo di cybertechno.

 

Frustrante, ma perfetto

Ghostrunner è un gioco che sa farsi apprezzare, ma che soprattutto mette alla prova la pazienza e la tenacia dei giocatori. Sia chiaro, anche se in alcuni momenti potrà sembrarvi così, nessun livello o nessuna piattaforma, anche se ce ne sono alcune palesemente più difficili di altri, è impossibile. Semplicemente non avete provato abbastanza o vi sfugge qualcosa. Quella che dovrete intraprendere è una danza macabra e violenta su uno spartito ben preciso, che dovete provare e trovare a ritmo di Cyber-Techno. La sua anima è più vicina a quella di uno spartito di musica classica, piuttosto che uno rock: ogni nota dovrà essere suonata al momento e al posto giusto, per creare una sintonia perfetta per passare attraverso i nemici incolumi.

 

Configurazione per la prova:

  • Ryzen 5 3600x
  • Radeon RX570 OC
  • 16GB ram Corsair LPX 3600Hz
  • Msi B550 Gaming Plus

Note tecniche e ottimizzazione

Il titolo risulta estremamente ottimizzato da punto di vista grafico. Con la configurazione riportata qui sopra ho ottenuto una media di 100 fps a impostazioni medio-alte, per una resa ottimale, sia nei dettagli che nelle texture. Di sicuro non si tratta di un gioco estremamente dispendioso di risorse, ma se volete godervelo appieno l’attivazione del ray tracing è praticamente obbligata.

Non sono stati riscontrati bug di alcun tipo, almeno non evidenti o non tali da aver fatto perdere tempo nell’avanzare della storia, per una durata complessiva (con centinaia e centinaia di morti) di 10 ore circa, ora più ora meno. Si tratta comunque di un gioco abbastanza longevo, perché può essere giocato molte volte alla ricerca del minor numero di morti o del tempo perfetto. L’unico appunto che posso muovere a questo titolo è forse l’estrema differenziazione tra i livelli: alcuni hanno una durata sotto i 15 minuti, altri invece anche di 40 minuti e oltre. Non mi resta che augurarvi buon divertimento, per un titolo che (se siete amanti del genere) DOVETE assolutamente provare.

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Pubblicato da
Filippo Ferrante