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Imu: arriva la stangata, ecco la sentenza che condanna tutti

Ormai è definitivo, non ci sono più escamotage per evitare di pagare l’IMU. L’Imposta Municipale Unica sostituisce, ormai dal 2011, le vecchie tasse su gli immobili come Ici e Irpef. Come si suol dire però fatta la legge trovato l’inghippo; molti contribuenti infatti per evitare di pagare la tassa sulla seconda casa hanno sfruttato negli anni passati una tecnica sicuramente ingiusta soprattutto nei confronti di molti onesti cittadini che versano regolarmente le tasse.

Il trucchetto per evitare di pagare l’IMU è, o meglio era, semplice; bastava infatti che due membri dello stesso nucleo familiare stabilissero il propio domicilio uno nella casa effettivamente abitata, l’altro nella seconda casa. In questo modo si poteva facilmente aggirare la legge e evitare di pagare l’IMU facendo risultare entrambe le abitazioni come residenza principale.

IMU: la sentenza della Corte di Cassazione

 

Adesso però una sentenza della Corte di Cassazione

mette fine a questo sistema sleale. La sentenza n. 20130/2020, conferma quanto stabilito precedentemente con un’altra sentenza, la numero 4166/2020; i giudici hanno ribadito come nel caso in cui due membri dello stesso nucleo familiare, come due coniugi, decidano di prendere residenza in due abitazioni distinte nessuna delle due abitazioni possa essere considerata prima casa e quindi non abbia diritto all’esenzione.

Questo apre la strada una possibile serie di controlli a tappeto che metterebbe in una posizione scomoda molti furbetti. Se infatti le amministrazioni comunali dovessero riuscire a dimostrare che una delle due abitazioni non fosse l’effettivo domicilio di residenza potrebbe richiedere i pagamenti degli ulti 5 anni di IMU. Sembra proprio che la pacchia sia finita per tutti coloro che speravano di non pagare la tassa su gli immobili.

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Pubblicato da
Redazione