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Facebook: alcuni marchi sospendono le pubblicità per protesta

Negli ultimi giorni moltissimi brand di abbigliamento internazionali hanno deciso di rimuovere le proprie pubblicità dal social network Facebook come protesta.

I brand come North Face, Patagonia, Rei e altri hanno aderito alla campagna denominata Stop Hate For Profit, lanciata lo scorso mercoledì 17 giugno 2020 da alcuni gruppi per i diritti civili.

 

Facebook: alcuni brand famosi hanno rimosso le proprie pubblicità dalla piattaforma

Il movimento in questione ha accusato la piattaforma guidata da Mark Zuckerberg di non essere stata capace di contrastare i vari episodi di hate speech. Facebook si è ovviamente difesa dichiarando: “Restiamo concentrati sulla rimozione dell’hate speech”. Stop Hate for Profit chiede alla piattaforma di adottare politiche molto più severe contro i contenuti razzisti e di incitamento d’odio.

Le attenzioni verso il colosso di Menlo Park sono iniziate durante le elezioni presidenziali americane nel 2016. Da questo momento l’attenzione verso la piattaforma è cresciuta sempre più, soprattutto negli ultimi mesi,

quando Twitter ha iniziato a segnalare diversi episodi razzisti, a differenza di Facebook. La campagna è nata in seguito a diversi episodi, primo tra tutti le proteste scatenate dalla morte di George Floyd in Minnesota.

Durante questa occasione Facebook avrebbe permesso la diffusione di contenuti che incitano alla violenza contro i manifestanti in lotta per la giustizia razziale. Il colosso ha inoltre indicato come “fonte di notizie attendibile” Breitbart News, il sito di notizie statunitense di estrema destra, che ha collaborazioni con noti nazionalisti neonazisti bianchi.

Ecco una parte della dichiarazione di Cory Bayers, responsabile marketing di Patagonia: “Per troppo tempo Facebook non è riuscito a prendere provvedimenti sufficienti per fermare la diffusione di fake news e di propaganda dannosa sulla sua piattaforma“. Allo stesso modo anche North Face ha annunciato che la sua sospensione continuerà fino a quando la piattaforma non presenterà politiche più rigorose.

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Pubblicato da
Veronica Boschi