La ricerca su questo particolare stato della materia è iniziata 100 anni fa; dopo la scoperta della meccanica quantistica il fisico Satyendra Nath Bose. Riprendendo gli studi di Einstein, lo scienziato si accorge che non tutte le particelle, in determinate condizioni, si comportano nella stessa materia statistica. A questo punto è proprio lo scienziato tedesco a notare gli studi del collega indiano. Attraverso una fitta corrispondenza epistolare sviluppano la teoria sul comportamento delle particelle in condizioni prossime allo zero; uno stato in cui gli atomi si cominciano a comportare come un’unica entità sotto forma di onda.
Il condensato, come detto, si trova al confine tra il macroscopico e il quantico e ha bisogno di specifiche condizioni, come la micro gravità, per essere studiato e analizzato. Il condensato viene creato raffreddando con dei laser un gas di atomi di Rubidio, imbrigliati in una trappola magnetica.
Ecco che entra in gioco l’ISS; una volta disattivato il campo magnetico si ha pochissimo tempo prima che la gravità dissipi la sostanza, da qui l’idea di effettuare questi esperimenti nel laboratorio della stazione spaziale. Le condizioni di micro-gravità consentono di mantenere in fase il condensato per quasi un secondo, contro i pochi millesimi raggiunti sulla terra. Gli studi sul condensato spingono la conoscenza umana verso nuove frontiere; le sue applicazioni andranno dagli studi sulla materia oscura a quelli sulle onde gravitazionali. Quella che un tempo era fantascienza oggi è solo un altro passo verso una comprensione più grande.