Le misure restrittive che negli ultimi mesi si sono rese necessarie per poter frenare l’avanzata del Coronavirus hanno avuto numerosi risvolti sulle vite dei cittadini. Oltre al periodo di quarantena, fondamentale per attuare i protocolli di distanziamento sociale che ora hanno fatto crollare a picco il numero dei contagi giornalieri, si è aggiunta l’impossibilità in quel periodo di fruire di altri servizi, come bar, ristoranti e anche centri sportivi e palestre.

Ma per chi aveva sottoscritto un abbonamento, con conseguente impossibilità di fruirne nei mesi del lockdown, che soluzioni può trovare per non perdere quel denaro? Oppure chi aveva prenotazioni fruibili esclusivamente in quel periodo, come deve regolarsi?

Palestre chiuse, come chiedere rimborsi o altre strategie per recuperare il denaro

Anzitutto, è importante porre la questione su un piano di massima disponibilità da parte dei gestori che sono tenuti a comportarsi secondo le linee guida. Questo proprio perché non si sfoci in inutili contenziosi che potrebbero creare problemi ad ambo le parti.

Dal momento che le palestre sono riaperte ormai da qualche settimana, molti centri stanno offrendo la possibilità di recuperare i mesi non fruiti allungando i termini di scadenza degli abbonamenti. Che si tratti di mensili o annuali, non fa differenza.

Laddove il cliente però non sia interessato ad allungare i tempi dell’abbonamento, ha sempre diritto al rimborso della quota non fruita – come spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Se invece il contratto prevedesse un numero preciso di ingressi, è ragionevole che il cliente possa servirsene alla riapertura dei centri sportivi.

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