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5G e coronavirus: anche in Nuova Zelanda si attacca la nuova rete

Niente da fare. Le bufale e le teorie del complotto che vedono un collegamento tra l’attuale pandemia globale legata al coronavirus e il 5G continuano a espandersi. Se è vero che il tutto sembra essere iniziato nel Regno Unito, si è diffuso in fretta e furia un po’ dovunque nel mondo. Tra meme e articoli pseudo scientifici, non si sa più dove guardare e intanto la fobia vero la rete di ultima generazione arriva anche in Nuova Zelanda.

In appena due giorni, sono state attaccate 17 torri cellulari tra le tre città principali del paese, Auckland, Wellington e Northland. Sono stati attacchi che hanno portato danni per centinaia di migliaia di dollari, oltre che a causare problemi sulla linea nelle zone interessate. Attacchi incendiari quindi anche pericolosi in senso generale.

 

5G: la gente ha paura

Ancora prima della diffusione della teoria del complotto, in Nuova Zelanda la popolazione aveva già paura della suddetta rete. Un sondaggio pubblicato alla fine dell’anno scorso ha rivelato che il 46% della popolazione era preoccupato per la propria salute. In sostanza, c’era già una piccola scintilla da poter alimentare dando vita a un incendio di disinformazione di tale portata.

Secondo le autorità del paese, questi attacchi non sono altro che una imitazione di quello che sta avvenendo all’estero. In Italia, purtroppo, abbiamo visti attacchi simili, ma l’esempio principale arriva sempre dal Regno Unito dove in due mesi sono state attaccate oltre 70 torri. A questo si aggiungono anche le minacce agli operatori che si occupano della manutenzione dell’intera rete dedicata.

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini