Negli ultimi anni, in seguito all’espansione dell’accordo Common Reporting Standard, la vita degli evasori fiscali è diventata sempre più complicata. Dopo i blocchi imposti dalle Isole Cayman e dalla Svizzera, infatti, migliaia di evasori sono stati costretti ad aderire alla “voluntary disclosure“, ovvero uno strumento che permette di regolarizzare i capitali non dichiarati, evitando di incorrere in pesanti sanzioni. Per chi non è intenzionato ad aderire alla “voluntary disclosure“, però, ecco di seguito quali sono i paradisi fiscali del 2020.
Negli ultimi anni, oltre alle già citate Isole Cayman e Svizzera, hanno aderito al Common Reporting Standard anche ulteriori paesi, come Ecuador, Bermuda, le Isole di Man e Jersey, Gibilterra, Mauritius, Filippine, Barbados, Cile, Dominica, India, Niue, Seychelles, Uruguay, Trinidad e Tobago.
Ciononostante, però, nel 2020 sono ancora molteplici i paradisi fiscali definiti dalla Commissione Europea come “entità non cooperative per ciò che concerne le politiche fiscali“. Prima di addentrarci nella questione, però, è importante ricordare che la lista dei Paradisi Fiscali non è stata aggiornata dall’Agenzia delle Entrate e, di fatto, bisogna far riferimento all’elenco dell’Ecofin aggiornato il 12 marzo 2019
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