News

Fusione nucleare, la Cina mette il sole in una scatola, pronto l’edificio

La fusione nucleare rappresenta da sempre uno dei pallini più bollenti della scienza, infatti questo processo atomico, se opportunamente riprodotto in modo controllato, rappresenterebbe la soluzione ai problemi energetici dal pianeta, dal momento che è caratterizzato da un’efficienza energetica incredibile, che consentirebbe di superare enormemente l’energia adoperata per innescare il processo.

Per intenderci il processo di fusione nucleare è lo stesso processo che avviene sul sole, in cui due atomi di Idrogeno si fondono in uno di Elio, con u grande rilascio di energia.

Il progetto ITER ha come obbiettivo il riprodurre tale processo in modo controllato, attraverso l’uso di potentissimi campi magnetici toroidali per poter confinare il plasma.

Il progetto ITER e gli obbiettivi prefissati

Il progetto ITER, una cooperazione internazionale, ha come obbiettivo la messa in moto della prima centrale nucleare a fusione e a quanto pare i lavori procedono ben spediti, infatti l’edificio che la ospiterà è stato completato, ora il prossimo step sarà l’assemblaggio delle varie componenti del reattore, la cui accensione di test è prevista per il 2025

.

Il 2025 segna infatti la data in cui il reattore produrrà il primo plasma, segno di un’accensione avvenuta con successo, che porterà poi ad un collaudo prolungato del macchinario.

I ricercatori hanno individuato come reazione a maggiore efficienza quella tra due isotopi dell’idrogeno, il trizio e il deuterio, che per reagire dovranno avere intorno a loro un ambiente perfettamente calibrato e caratterizzato da un’alta densità molecolare unita a temperature di centinaia di milioni di gradi Celsius per un tempo sufficientemente prolungato da avere collisioni efficaci tra atomi.

A gestire il plasma generato ci penseranno poi dei dispositivi definiti Tokamak, in grado di generare dei campi magnetici di confinamento adatti.

I ricercatori hanno come obbiettivo quello di raggiungere una produzione energetica pari a 10 volte l’investimento, per poi passare addirittura a una produzione di energia di circa 30/40 volte superiore.

Condividi
Pubblicato da
Eduardo Bleve