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SIM intestate ad utenti senza consenso: venivano vendute su eBay

Nel corso delle ultime settimane, alcune trasmissioni televisive, come ad esempio Striscia la Notizia e Le Iene, hanno finalmente acceso i riflettori su una problematica molto seria che da tempo mette in pericolo centinaia e centinaia di Italiani. Si tratta delle attivazioni di schede SIM telefoniche intestate ad utenti che non hanno mai fornito il proprio consenso. Attualmente l’operatore telefonico immischiato nella questione non è ancora stato confermato ma, secondo Mondomobileweb.it, si tratterebbe di LycaMobile. Scopriamo di seguito maggiori dettagli a riguardo.

Sim telefoniche intestate ad ignari: ecco cosa sta accadendo

Stando a quanto emerso dal recente servizio de Le Iene, quindi, di recente molteplici truffatori hanno escogitato un metodo per intestare SIM telefoniche ad utenti ignari di tutto. In seguito alle centinaia di segnalazione inoltrate dagli utenti, LycaMobile ha quindi affermato, attraverso un comunicato ufficiale, che la colpa non è dell’operatore ma, bensì, di alcuni dipendenti dei Call Center in cerca di profitto.

Per difendere i propri utenti dalla truffa, quindi, l’operatore virtuale appoggiato su rete Vodafone ha deciso di modificare la propria normativa, limitando quindi gli utenti all’attivazione di un massimo di quattro schede telefoniche per ogni codice fiscale. Inoltre, da alcuni giorni, tutti i clienti e gli ex clienti dell’operatore possono richiedere in maniera del tutto gratuita i dettagli sul numero delle schede SIM attualmente intestate al proprio nominativo. La richiesta può essere effettuata in qualsiasi momento attraverso il Servizio Clienti al numero 40322, oppure attraverso il numero 0645212322 se si proviene da un’altro gestore. Inoltre è possibile inoltrare la richiesta attraverso posta elettronica, inviando una semplice mail a cs@lycamobile.it.

Nel caso in cui venga riscontrata una violazione, quindi, è possibile richiedere il totale disconoscimento delle SIM, segnalando l’accaduto direttamente al Garante per la privacy.

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Pubblicato da
Alessandro Caperchio