News

Coronavirus, mascherine FFP1, FFP2 e FFP3, cosa cambia e quale usare

L’emergenza Coronavirus ha letteralmente sconvolto la vita di tutti noi, imponendoci una quarantena forzata per poter contenere i contagi ed evitare così la perdita del controllo sulla pandemia ed il collasso del sistema sanitario.

Nonostante la quarantena però, è impossibile sottrarsi ad uscire per situazioni di necessità, ovviamente in tali circostante l’uso di guanti e mascherine gioca un ruolo di primaria importanza in questo periodo di crisi.

Proprio qui giace un punto scottante della situazione, infatti abbiamo visto una vera e propria “corsa agli armamenti” in cui però le armi sono le mascherine, una corsa però lastricata da tanto caos e incertezza, dal momento che le tipologie di mascherina sono varie e bisogna capire quali effettivamente ci proteggono in modo adeguato.

In relazione all’utilizzo che se ne fa, le mascherine possono essere riutilizzabili o monouso, possibilità accertata dalla presenza di una dicitura apposita R (riutilizzabile) o NR (monouso).

FFP1, FFP2 e FFP3, ecco le differenze

Queste mascherine rispettano la normativa europea EN 149:2001 + A1:2009, la quale prevede che la mascherine debbano essere costituite interamente da materiale filtrante, coprire interamente naso, bocca e possibilmente il mento, garantendo una protezione da polveri in sospensione derivate da frantumazione di solidi e nebbie derivate da residui fluidi e residui organici.

Tutti avrete sentito parlare di queste tre tipologie di mascherina, ecco quali sono le differenze e quali sono adeguate a proteggervi a dovere:

  • FFP1: Queste mascherine assicurano un primo livello di protezione delle vie aeree in ambienti polverosi che contengono particelle in sospensione, utilizzate in vari settori industriali, possono proteggere se la concentrazione di particelle non supera 4,5 volte il valore limite previsto dalla normativa. Hanno una capacità filtrante dell’80%
    e una perdita verso l’interno minore del 22%, non è idonea per la protezione da agenti patogeni che si trasmettono per via aerea.
  • FFP2: Questa tipologia di mascherina offre un secondo livello di protezione delle vie aeree e sono generalmente adoperate nell’industria tessile, mineraria, siderurgica, farmaceutica e generalmente da operatori sanitari esposti a rischio basso-moderato. Sono in grado di proteggere se la concentrazione del particolato non arriva fino a 12 volte il valore limite soglia dichiarato, godendo di una capacità filtrante del 94% con una diffusione verso l’interno minore dell’8%.
  • FFP3: Queste mascherine offrono un terzo livello di protezione delle vie aeree e sono usate nell’ambiente minerario, farmaceutico, tessile, siderurgico e in campo sanitario, per proteggere gli utenti dal rischio sanitario che hanno a che fare con pazienti infetti o potenzialmente infetti. Sono in grado di proteggere le vie respiratorie da nebbie, fumie particelle in sospensione finchè la loro concentrazione resta sotto le 50 volte il valore limite soglia. Godono di una capacità filtrante del 99% con una perdita verso l’interno al di sotto del 2%.

Quale mascherina usare

In definitiva, analizzando i dati alla mano, si può capire che la scelta va effettuata in virtù del rischio a cui si è esposti, restando ovviamente in tema di Coronavirus, da ciò emerge che le mascherine FFP2 sono adatte a proteggere dal virus coloro che sono esposti ad un rischio medio-basso, mentre le mascherine FFP3 sono indicate a proteggere coloro che convivono con un rischio alto di infezione, come medici e operatori sanitari, soprattutto durante quelle manovre che aumentano la dispersione di particelle nell’aria, come l’intubazione e broncoaspirazione.

Condividi
Pubblicato da
Eduardo Bleve