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Coronavirus rilevabile in pochi secondi, ecco come è possibile

L’emergenza Coronavirus ha ormai preso piena diffusione in tutto il globo, non c’è infatti essere umano che non sia a conoscenza del pericolo e che non cerchi di tutelarsi a dovere.

Punto nevralgico della storia è il rilevamento del virus, infatti attualmente per verificare la positività all’infezione, si adopera un tampone oro-faringeo da mandare in laboratorio per la verifica degli antigeni virali.

Il problema in questa metodica consiste nei tempi di uscita dei risultati, dal momento che il tampone impiega circa 4-5 ore a dare il risultato, cosa che ovviamente provoca un rallentamento nei tempi di diagnosi.

Proprio dalla Cina la soluzione

La soluzione ai lunghi tempi di rilevamento arriva proprio dal paese da cui è partita l’epidemia, infatti il colosso cinese Alibaba è riuscito a are diagnosi precoce grazie ad una tecnologia basata su Intelligenza Artificiale

Andando nello specifico, l’azienda cinese afferma di poter rilevare l’infezione virale

attraverso un’analisi, da parte di un’intelligenza artificiale, delle TC al torace dei pazienti sospettati di infezione, arrivando ad un’accuratezza del 96%.

Stando ai risultati ottenuti, L’IA avrebbe bisogno di circa 20 secondi per offrire la sua valutazione su centinaia di immagini analizzate, laddove invece, un’operatore, impiegherebbe circa 15 minuti.

Gli operatori hanno addestrato il sistema somministrandoli oltre 5.000 immagini provenienti da pazienti con SARS-Cov2 conclamato, per poi essere introdotto all’interno degli ospedali in Cina.

La nuova tecnologia in poco tempo ha subito una distribuzione massiva in tutta la cina, infatti le varie aziende ospedaliere si sono subito fornite di questa nuova tecnologia, soprattutto quelle presenti nelle province di  Hubei, Guangdong e Anhui.

Non resta dunque che attendere che la nuova metodica per fare diagnosi venga distribuita a livello globale, va sottolineato però come l’intelligenza artificiale si stia dimostrando un alleato eccezionale nella lotta a COVID-19.

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Pubblicato da
Eduardo Bleve