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Incidente aereo in Iran: Boeing 737 scambiato per nemico e abbattuto

Tanta paura e tanto dolore per lo schianto al suolo del Boeing 737, in arrivo dall’Ucraina. Da Kiev i familiari delle vittime chiedono la restituzione delle salme, e il presidente ucraino avanza anche la proposta di un indennizzo e l’approvazione di una serie di leggi per la sicurezza aerea.

Le tensioni consumatesi negli scorsi giorni tra USA e Iran, sfociate poi in un nulla di fatto, hanno invece portato alla morte di civili innocenti per un “errore umano imperdonabile”, come sottolinea il presidente iraniano Hassan Rohani. Da Teheran arriva quindi conferma che si sia trattato di un falso allarme sfociato nella tragedia.

L’impegno è quello di ricostruire le dinamiche dell’accaduto e far giustizia, condannando i responsabili. Secondo il racconto del generale delle Guardie della Rivoluzione, Amirali Hajizadeh, la dinamica si riassumerebbe nell’iniziativa indipendente di un soldato, il quale non avendo compreso correttamente gli ordini, ha dato avvio all’offensiva, lanciando un missile contro quello che si credeva essere un aereo nemico

. Si pensava infatti potesse trattarsi di un aereo statunitense, in volo su una zona piuttosto “calda”, che fosse in arrivo per una controffensiva dopo il bombardamento delle basi militari statunitensi in Iraq.

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Ora l’impegno è tutto volto a rendere giustizia alle vittime e a far approvare nuove leggi in materia di sicurezza, così che determinate tragedie possano non avvenire più. Benché l’iniziale sgomento derivante dall’accaduto sia stato molto forte – lo stesso Hajizadeh confessa “avrei preferito morire piuttosto che veder accaduto un simile fatto” – la Guida suprema Ali Khamenei ha subito compreso quanto fosse di vitale importanza far luce immediatamente sull’accaduto. Raccontando quindi al mondo la verità sulle dinamiche che hanno portato ad una simile tragedia.

Forse per non inasprire ulteriormente un clima di tensione, che al momento sembrerebbe essersi quietato. In tutto questo, però, a farne le spese sono sempre gli innocenti.

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Pubblicato da
Monica Palmisano