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Recensione DJI Mavic Mini | 249 grammi di stupore

Se pensiamo al fatto che DJI Mavic Mini è un drone così compatto da stare nella tasca della giacca, risulta assurdo ed incredibile. Di fatto è così e ciò lascia tutti sbigottiti per via dell’estrema versatilità di utilizzo così come per la compattezza che dimostra. Lui non è solo un drone per principianti. Certamente è per chi ha voglia di iniziare, ma non solo.

Design ed estetica

Mavic Mini assomiglia in tutto e per tutto al primo Mavic Pro e non ha un aspetto del tutto cheap. Perdiamo la sensoristica presente sugli altri droni della famiglia Mavic. “Gli occhi” infatti, celano solo delle griglie, ma rimangono i sensori che diagnosticano l’altezza del drone da terra e che ci permetteranno di atterrare solo in condizioni di sicurezza. Questo è fatto proprio per rimanere al di sotto dei 250 grammi. E’ realizzato in plastica e scricchiola, ma utilizzandolo passano in secondo piano tutti i difetti.

Funzionalità

A livello di funzionalità si colloca fra il primo Mavic e lo Spark, con il quale condivide anche il sistema di trasmissione via Wireless. Pur essendo venduto in modalità CEE potremo avere un range di 6-7 metri in ambienti congestionati, ma attenti a come posizionate le antenne.

Autonomia

L’autonomia è top a Lion a due celle garantisce 28 minuti di volo in condizioni ottimale. Dopo i 40-50 metri di altezza non si sente neppure più. Il gimbal passa dai due assi dello spark ai tre assi, ottimo in qualsiasi situazione e l’orizzonte rimane sempre dritto.

Fotocamera

La fotocamera è da 12 Megapixel e la risoluzione totale è a 2.7K con un bitrate massimo di 40 Megabit

. Meglio una risoluzione più bassa che un 4K finto e di bassa qualità. A causa della nuova App DJI Fly si perdono però molte impostazioni che erano presenti sugli altri droni della famiglia Mavic. L’applicazione è infatti molto scarna e semplice; potremo scattare delle fotografie o girare video in FullHD fino a 60 fps o in 2.7K a 30 fps.

Modalità

Le modalità quickshot rimangono le solite e ne vengono aggiunte di nuove; assente però il selettore per le modalità sul joypad, ma potranno essere cambiate dall’App. Troviamo infatti “Sport“, “Cinesmooth” e “Positioning“.

Alla fine anche senza cambiare ISO, shutter e altro, Mavic Mini è un drone “punta e scatta”, immediato, adatto per chi deve postare dei video sui Social.

Radiocomando

L’ultima considerazione è sul radiocomando che, definiamo spartano ma funzionale: perdiamo molti tasti, e le modalità vengono cambiate dall’App, ma va divinamente. L’impugnatura è salda e va alla grande in ogni contesto.

Conclusioni su DJI Mavic Mini

Mavic Mini non è perfetto, non si possono fare regolazioni fini, mancano dei sensori, la trasmissione è WiFi, ma a 399 Euro non ci si può lamentare. Con le nuove regolamentazioni in vigore dal 15 Dicembre, il drone non sarà più considerato un APR. Al di là delle aree proibite e “No Fly Zone”, con lui potremo volare QUASI dappertutto. Fate attenzione però. Noi vi lasciamo i link per l’acquisto su Amazon in versione “Basic” e “Combo”.

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Pubblicato da
Manuel De Pandis