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Sono mesi ormai che si parla di Marte e della composizione della sua atmosfera. Inizialmente gli scienziati si erano soffermati sull’anomala presenza di gas metano sul pianeta, ora l’attenzione si è invece spostata sull’ossigeno. L’elemento alla base della vita è infatti presente in grandi quantità nell’aria marziana, tuttavia la sua formazione ha creato molti interrogativi.

Il prezioso gas sarebbe infatti prodotto in maniera massiva e poi riassorbito quasi interamente dal pianeta. Un fatto assai curioso, al quale gli scienziati cercheranno ora di trovare una spiegazione. La sonda Curiosity qualche anno fa aveva già fornito una serie di indizi interessanti, vediamo quali.

Marte: le intuizioni della sonda Curiosity sulla formazione di ossigeno

La sonda Curiosity della NASA ha passato 3 anni interi su Marte, raccogliendo importanti dati per gli scienziati. Il report inviato sul nostro pianeta aveva già evidenziato la presenza di ossigeno sul pianeta rosso e determinato con precisione l’andamento del suo ciclo. Durante alcuni periodi dell’anno la concentrazione del gas aumenterebbe anche del 30%, lasciando senza spiegazioni gli esperti.

Bisogna senz’altro analizzare i cambiamenti dell’atmosfera di Marte nel corso dell’anno. Autunno e inverno vedono il solidificarsi dell’anidride carbonica e la diminuzione della pressione. Al contempo durante le stagioni più calde la pressione atmosferica sale nuovamente. Le variazioni dei gas sono solitamente abbastanza costanti, tranne quelle di ossigeno e metano.

I due gas si muovono infatti di pari passo e sono completamente indipendenti dalle dinamiche atmosferiche. Il comportamento dell’ossigeno non è prevedibile e non può essere replicato tra le varie stagioni. Bisognerà aspettare l’arrivo della sonda di ESA nel 2021 per avere ulteriori risposte sull’argomento.

Quello che sembra chiaro è che l’ossigeno si origina dal terreno, ma non in quantità tali da permettere la nostra respirazione. La formazione dovrebbe avvenire quando le radiazioni colpiscono i perossidi e perclorati andando a romperne i legami. Tuttavia non è ancora chiaro come questo possa tenere conto del passare delle varie stagioni. La risposta a questo interrogativo potrebbe aiutarci a capire come rendere abitabile il pianeta, permettendo finalmente una colonizzazione.

FONTErepubblica
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