Scienza e Tecnologia

Chernobyl: ecco le ultime novità dopo i disastri in Russia

Molti famosi disastri sono rimasti impressi nella memoria collettiva della comunità globale, e fra questi si inserisce sicuramente l’incidente avvenuto a Chernobyl 33 anni fa. Non soltanto quindi epidemie, guerre mondiali, disastri naturali: anche incidenti causati dalla superficialità e dall’errore umano, restano impressi nella cultura di un popolo per decenni a seguire.

Il 26 Aprile del 1986 vi fu una violenta esplosione a seguito dello scoppio del nocciolo del reattore della fabbrica nucleare a Chernobyl. Di fatto scoperchiandosi, il reattore rilasciò altissime quantità di radiazioni e materia radioattiva nel territorio circostante.

Andando nello specifico della vicenda, il tutto è avvenuto per effettuare una serie di controlli sulla sicurezza della fabbrica. L’errore umano però era dietro l’angolo: di fatto, il personale scelse di violare alcune norme di sicurezza dell’impianto, determinando un aumento di potenza e di temperatura del nocciolo del reattore 4. Le tubature si ruppero e il personale inserendo delle barre di controllo con la punta in grafite, peggiorò la situazione a causa della reazione chimica con l’idrogeno

dell’acqua proveniente dalle tube in questione. Questo provocò lo scoppio che tutti conosciamo e quindi, la morte di centinaia di persone e di terribili conseguenze, la cui popolazione paga ancora oggi.

Chernobyl: nuovi studi fanno emergere dettagli sconcertanti

Nonostante siano passati più di 33 anni dal giorno dell’incidente, non si fermano le ricerche scientifiche sul luogo sopracitato. L’università di Bristol infatti, attraverso l’utilizzo dei droni, ha mappato tutto il territorio circostante l’ex fabbrica nucleare, alla ricerca delle zone con la più alta quantità di radiazioni.

L’area in questione ha interessato oltre 15 KM quadrati e i droni utilizzati son stati più di 50. Gli scienziati son partiti da un villaggio distante soli 13 KM dall’epicentro dello scoppio. A bordo dei droni sono stati usati degli spettrometri a raggi gamma e i dettagli emersi sono sconcertanti. Ancora oggi, nel 2019, la zona ha una presenza di attività radioattiva elevatissima, perfino nel territorio della famosa Foresta Rossa.

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Pubblicato da
Manuel De Pandis