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La produzione di energia tramite il nucleare è oggetto di svariate discussioni che si sono susseguite nel tempo. I due terribili incidenti a Chernobyl e Fukushima hanno infatti minato il concetto di sicurezza millantato dalle varie aziende del settore. Moltissimi sono stati i morti derivanti da questi due eventi e in particolare il primo ha alimentato per anni le paure dell’Europa. I casi di tumore sono stati moltissimi e si stima che dal 1986 al 2065 saranno circa 40 mila. Purtroppo nel 2017 si è rivissuto questo terribile incubo. In Russia è stata infatti identificata una nube radioattiva in rapido movimento.

Le sue tracce sono state rinvenute anche a svariati chilometri di distanza, in Romania e ai Caraibi. Questo ha fatto ovviamente allarmare la popolazione europea. Le elevate concentrazioni Rutenio-106 hanno subito fatto pensare al danneggiamento di un reattore sul territorio russo, tuttavia il governo ha categoricamente negato questa ipotesi. Per scoprire quindi l’origine delle radiazioni si sono uniti circa 70 scienziati internazionali che hanno finalmente identificato la causa.

Nube radioattiva: il problema sarebbe in un centro di lavorazione in Russa

Le preoccupazioni sono scattate in maniera quasi istantanea quando si sono misurate le concentrazioni di materiale radioattivo nell’aria. Il valore di Rutenio-106 ha superato infatti di 100 volte quello rilevato durante l’incidente in Giappone di qualche anno fa. Il numero medio è 176 millibacquerel e in maniera inferiore ma sarebbe arrivato anche a superare i confini dell’Europa dell’Est.

Gli scienziati hanno comunque rassicurato che ci troviamo al di sotto della percentuale di rischio per l’uomo, i rischi dovrebbero quindi essere nulli. Per quanto riguarda invece il nostro paese non sono state registrate tracce del passaggio della nube. L’origine della dispersione, anche se smentita dal gestore dell’impianto, sarebbe lo stabilimento di Majak. Nel sito gestito da Rosacom si tratterebbero le scorie della produzione, oltre ovviamente a produrre energia.

La società ha ovviamente smentito ogni problematica con i suoi reattori ma le misurazioni effettuate dagli scienziati non lasciano spazio a dubbi. Sono infatti state eseguite circa 1300 misurazioni triangolando i valori di radiazione nelle varie zone della Russia, quindi non ci può essere sbagliati.

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