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5G e tumori: nuove conferme sulla sicurezza della rete Tim e Vodafone

Dopo tante supposizioni, bufale e qualche legittima perplessità, l’Istituto Superiore di Sanità ha deciso d’intervenire sulla pericolosità della rete 5G sviluppata da TIM e Vodafone, Wind Tre e Fastweb. Infatti, nel suo report si è discusso del possibile collegamento tra le radiazioni delle radiofrequenze 5G e il rischio di sviluppo di tumori.

Il report sembra quasi una memoria difensiva contro la lettera del Codacons che consigliava a tutti i sindaci italiani di vietare l’installazione di antenne 5G nelle aree dei loro comuni, per via dell’ipotetico rischio di danni per la salute. Sebbene si ammette che ulteriori studi dovranno essere approfonditi, l’Istituto Superiore di Sanità esclude ogni possibile correlazione tra il 5G e l’aumento di tumori. 

 

5G e tumori: la rete di Tim e Vodafone sembra sicura

A livello scientifico, i campi elettromagnetici a radiofrequenza possono effettivamente penetrare nel corpo, ma a “una maggiore frequenza corrisponde una minore profondità di penetrazione“. La tecnologia del 5G utilizza onde radio ad alta frequenza, con bande che vanno da 3 GHz ai 26,5- 27,5 GHz delle onde millimetriche. Tali onde sono ottimi veicoli del segnale, ma coprono aree molto limitate necessitando di un numero enorme di impianti installati sul territorio.

Ora, se è vero che il 5G utilizza frequenze non dannose, è anche plausibile che nuovi scenari di campi magnetici complessi necessitano di ulteriori studi. Per questa ragione, devono essere implementati nuovi modelli di analisi per ottenere risultati caratterizzati da una minore varianza statistica:

Gli scenari di un utilizzo a regime della tecnologia 5G con l’implementazione dei diversi servizi previsti dall’Internet delle Cose, e la conseguente diffusione di un gran numero di antenne trasmittenti segnali 5G, si realizzeranno in un futuro non facilmente prevedibile”.

In generale, nelle conclusioni del report a firma di Susanna Lagorio, Laura Anglesio, Giovanni d’Amore, Carmela Marino e Maria Rosaria Scarfì, si nota che molti effetti negativi che si sospettava potessero derivare dall’esposizione non trovano alcun riscontro scientifico.

In altre parole, il rischio di tumori cerebrali se esposti a radiofrequenze dei cellulari 5G non trova alcuna conferma scientifica, anche se restano dei dubbi sulla possibile incidenza in caso di uso prolungato. Altra questione irrisolta riguarda gli effetti a lungo termine dell’utilizzo di smartphone nei bambini: non si può infatti escludere una maggiore vulnerabilità agli effetti durante l’infanzia.

 

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Pubblicato da
Flavio Mezzanotte