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Apple, i dipendenti ascoltano le nostre conversazioni con Siri

Non solo Google ed Amazon, anche Apple paga alcuni dipendenti per ascoltare le nostre conversazioni con Siri, l’assistente vocale a bordo dei dispositivi prodotti dal colosso di Cupertino – ed altri dispositivi supportati.

A rivelare la notizia è stato il The Guardian, uno dei più importanti quotidiani britannici. Stando a quanto dichiarato da un ex dipendente Apple la cui identità è rimasta però anonima, le conversazioni non solo verrebbero ascoltate dai dipendenti, ma questi avrebbero persino avuto accesso a registrazioni molto più riservate, come rapporti sessuali, affari criminali e colloqui con il medico. «Abbiamo accesso a queste informazioni perché Siri si attiva accidentalmente. Allo stesso tempo veniamo anche a conoscenza della localizzazione, dei contatti e di altri dati», ha riferito l’informatore.

Apple, i dipendenti ascoltano le nostre conversazioni con Siri

Apple ha voluto rispondere alle accuse parlando direttamente al The Guardian, e tentare così di rassicurare i milioni di utenti

che ogni giorno affidano a Siri l’esecuzione di alcuni semplici comandi.

«Le conversazioni vengono utilizzate per migliorare Siri e il sistema di dettatura. Solamente l’1% delle conversazioni giornaliere con il nostro assistente virtuale viene utilizzato per questo scopo. Ciò che viene registrato, tra l’altro, non è in alcun modo riconducibile all’Apple ID», ha riferito l’azienda.

Insomma, le nostre conversazioni vengono ascoltate da altre persone per favorire il miglioramento degli assistenti vocali, proprio come dichiarato anche da Google ed Amazon per difendersi dalle stesse accuse. Anche se i dipendenti Apple ai quali viene affidata la gestione e l’ascolto delle conversazioni con Siri devono rispettare severi requisiti di sicurezza, l’informatore ha dichiarato che «in aziende come questa, il ricambio di personale è molto alto e non a tutti interessa il rispetto della privacy degli utenti. Credo che Apple dovrebbe informare i propri clienti sul come vengano gestite le registrazioni con Siri».

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Pubblicato da
Raffaella Papa