chernobyl

Le conseguenze di quell’incidente del 26 Aprile 1986 sono ancora sotto gli occhi di tutti. L’esplosione del Reattore 4 dello stabilimento ad energia nucleare di Chernobyl in Ucraina ha scosso il mondo, causando la morte di migliaia di persone. Le radiazioni hanno vagato nelle correnti d’aria per anni, generando conseguenze indesiderate anche a centinaia di migliaia di chilometri di distanza. Ancora oggi, dopo la proiezione dell’apprezzata serie TV HBO si torna a parlare del disastro, ma com’è la situazione oggi?

Nonostante l’area circostante alla centrale sia ampiamente popolata da flora e fauna, i segni e gli squilibri di quella terribile notte sono ancora lì, sotto forma di scorie radioattive. Questo è quello che emerge da un recente studio condotto dall’Università di Bristol che ha deciso di compiere delle misurazioni sulla pericolosità della “zona di esclusione”. Per chi non lo sapesse questa è l’area adiacente l’esplosione del reattore, dove maggiormente si sono registrati gli effetti dello scoperchiamento del nocciolo.

Secondo le verifiche degli studiosi, i livelli di radiazione nella zona sarebbero ancora elevatissimi, nonostante la recente cupola posta sopra i resti dell’esplosione. Ma d’altronde basta leggere i tempi di decadimento per capire che la zona rimarrà inabitata ancora per molto.

Chernobyl: dopo 33 anni i rischi sono ancora concreti

Per effettuare queste importanti misurazioni si sono utilizzati alcuni droni, appositamente adattati per il compito che sarebbero andati ad assolvere. Sono stati effettuati circa 50 voli in una decina di giorni, creando una mappatura di 15 chilometri quadrati. Come Payload del drone si è utilizzato uno spettrometro di raggi gamma, aiutato nel puntamento dall’uso di un Lidar di precisione.

Gli aeromobili a pilotaggio remoto sono stati fatti partire da Buriakivka, un punto a 13 chilometri dal luogo dell’esplosione. Durante il percorso sono inoltre passati da Kopachi per giungere poi alla Foresta Rossa. Questa zona è infatti caratterizzata da una serie di alberi che ha cambiato la sua colorazione a seguito dell’esposizione alle radiazioni.

Il risultato restituiti dagli spettrometri sono sconcertanti, non si potevano certamente ipotizzare livelli così elevati nonostante sia passato un periodo decisamente lungo. La radioattività della zona è infatti una delle più alte mai registrate, ponendo l’incidente di Chernobyl ancora una volta sulle prime pagine dei giornali.

Articolo precedenteUnieuro: il SottoCosto ascolta le richieste dei clienti superando Trony
Articolo successivoVodafone: in arrivo la nuova edizione della Special Minuti 50 Giga