News

Tinder: pagamenti senza Google, infranta l’informativa della privacy

Negli ultimi anni le critiche degli sviluppatori sono cresciute a causa dei tagli sostanziali che i vari App Store adoperano, sia per le applicazioni stesse che per le trascrizioni in-app. Tra chi si lamenta di questa situazione c’è Match Inc., produttore di Tinder, un’app per appuntamenti.

Secondo Bloomberg, Tinder ha recentemente usato un nuovo processo di pagamento predefinito sulla sua app per Android, che aggira la fatturazione in-app del Play Store. Le persone sono invitate a inserire le informazioni di pagamento nell’app stessa e Tinder elabora tutti i pagamenti anziché Google. Se non sei uno sviluppatore di app per dispositivi mobile, potresti non avere familiarità con le norme per gli acquisti. Mentre i termini esatti variano in base alla piattaforma, le app sia sull’Apple Store che su Google Play Store sono obbligate a elaborare tutti gli acquisti in-app tramite Apple o Google, e la rispettiva società ne ricava una parte. Google abbassa il taglio al 15% una volta che l’abbonamento del cliente è attivo per 12 mesi.

Tinder ha deciso di non rispettare le normative di Google infrangendo l’informativa della privacy

Negli ultimi mesi alcune app di alto profilo (in particolare Netflix e Spotify) chiedono alle persone di registrarsi dai rispettivi siti Web. In questo modo Google o Apple non possono fare tagli. Tuttavia, Tinder si trova in una situazione unica. Infatti, è l’unico servizio principale a continuare a elaborare i pagamenti in-app senza utilizzare la fatturazione in-app di Google Play. Google elenca alcune eccezioni per quando la fatturazione in-app non può essere utilizzata. Nessuna sembra essere applicabile a Tinder.

Alcune delle esclusioni includono la vendita al dettaglio, le quote associative una tantum, i pagamenti una tantum (pagamenti peer-to-peer, aste online, ecc.) e pagamenti di fatture elettroniche. Tinder potrebbe rientrare nella categoria delle “tariffe di servizio” escluse, in quanto Google elenca esempi come “servizi di taxi e trasporto, servizi di pulizia, consegna di cibo, biglietti aerei e biglietti per eventi“, ma è un po’ troppo. Sarà interessante vedere se Google si incrinerà. Se Tinder riuscisse a farla franca, anche altri servizi e app potrebbero farlo.

Condividi
Pubblicato da
Rosalba Varegliano
Tags: tinder