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Risparmiometro: nuovi controlli del Fisco su conti correnti di Poste e Banche

Come annunciato da mesi, il Fisco ha iniziato a scandagliare i conti correnti italiani attraverso controlli effettuati con il metodo del Risparmiometro, l’arma messa in campo dallo Stato per combattere l’evasione fiscale.

Questo metodo si avvale di un complesso algoritmo in grado di verificare se quanto transita sul conto corrente in un anno sia coerente con i redditi dichiarati dal proprietario. Se il Risparmiometro trova uno scarto fra entrate e uscite superiore al 20%, allora segnala quel conto in un elenco specifico per subire controlli più accurati. Questo sistema lavora in completa autonomia, e si avvale delle banche dati del Fisco e della Guardia di Finanza accumulate negli ultimi dieci anni.

È in pratica l’intervallo di tempo in cui è entrata in funzione l’Anagrafe Tributaria, la quale ha accumulato dati su 75 milioni di conti correnti, più 115 milioni di carte di credito, 21 milioni di gestioni patrimoniali e altre informazioni. Un totale di addirittura 670 milioni di rapporti finanziari.

 

Risparmiometro: quali conti correnti saranno visionati

Le verifiche del Risparmiometro riguardano i conti correnti dei clienti di Unicredit, Intesa Sanpaolo, BNL

ma anche quelli depositati in Poste Italiane. Si ricorda che a far scattare l’allarme saranno i movimenti anomali di difficile tracciatura con versamenti o prelievi superiori a 5.000 euro. Saranno soggetti a controlli anche bonifici per l’acquisto di veicoli, imbarcazioni, immobili o il trasferimento di denaro all’estero.

Da ora in poi non si potranno più depositare somme di denaro contante maggiori o uguali a 5.000 euro, a meno che non si presenti una traccia comprovata della loro provenienza. Se il contribuente non è in grado di assolvere a queste richieste dovrà risponderne davanti all’autorità ed evitare un’accusa di guadagno illecito o lavoro in nero.

Al contrario, in caso di prelievo non servono giustificazioni particolari, ma comunque si attiveranno i controlli anti riciclaggio. Infatti, se la somma prelevata è superiore a 5.000 euro, la Banca può richiedere al cliente le finalità di tale operazione. In caso di non collaborazione del correntista, la banca farà scattare i controlli dell’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato da
Flavio Mezzanotte