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Instagram sta finalmente cambiando il proprio algoritmo

Mark Zuckerberg, capo anche di Instagram, ha ricevuto qualche giorno fa una lettera dal papà di Molly Russell che lo accusa della morta della figlia, anche se indirettamente.

Per chi non ne fosse a conoscenza, Molly Russell è la quattordicenne che si è tolta la vita nel 2017 dopo aver visto immagini di autolesionismo sulla piattaforma. Proprio per questo motivo ora il team cambierà l’algoritmo.

 

Instagram cambia l’algoritmo per combattere l’autolesionismo

Ad Adam Mosseri, è stata consegnata una lettera del padre di Molly e oggi ha deciso di fare qualcosa per fare la differenza. Come? cambiando l’algoritmo, come anticipato precedentemente. Il nuovo algoritmo non permetterà più la pubblicazione di immagini violente e inopportune, in modo da tutelare non solo i giovani, ma tutti gli utenti iscritti alla piattaforma.

In una lunghissima intervista rilasciata a telegraph.co.uk, il padre di Molly, ha dichiarato che Instagram ha contribuito ad uccidere sua figlia. Moser ha spiegato quanto questa faccenda gli abbia aperto gli occhi su un tema molto delicato. Ecco le sue parole: “Sono questioni che ho sempre preso molto sul serio, ma tutto diventa molto più reale quando ci si trova davanti alla storia di un individuo, soprattutto se è successo qualcosa di tragico

“.

Nel frattempo che il team cerca una tecnologia che possa risolvere il problema, saranno vietate tutte le immagini di autolesionismo e la ricerca di esse sarà resa ancora più difficile. Moser ha continuato: “Sono entrato in azienda più di 10 anni fa e ci siamo concentrati principalmente su tutto il bene che il connettere le persone poteva generare, sul dare voce alle persone, aiutarle a entrare in contatto con i propri cari. Ma se devo essere onesto non ci siamo mai focalizzati sui rischi che il mettere in contatto così tante persone avrebbero potuto generare. Questa è una lezione che abbiamo imparato negli ultimi anni. E ha cambiato radicalmente il modo in cui costruiamo, come progettiamo, come facciamo ciò che facciamo“.

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Pubblicato da
Veronica Boschi