3 Dicembre 1992. Ventisei anni fa, l’ingegnere britannico Neil Papworth inviò il primo SMS della storia. Dietro quel messaggio breve e semplice – Merry Christmas – si nascondeva la potenza di uno strumento che da lì a breve tempo avrebbe sì rivoluzionato il mondo della comunicazione, rendendolo più immediato ed efficace, ma avrebbe soprattutto stravolto il mondo della socialità, avvicinando le persone e permettendo loro di comunicare ad un costo assai inferiore rispetto a quanto richiesto da una chiamata telefonica. Negli anni a seguire, i più grandi operatori telefonici lanciarono multiple promozioni che permettessero ai consumatori di sfruttare le potenzialità offerte dalla nuova tecnologia, con offerte che prevedevano l’invio di una vasta quantità di sms (se non addirittura in quantità illimitata) per qualche euro al mese. Tutti sembravano aver accolto l’innovazione con positività: gli sms divennero così utilizzati da aver spesso esaurito la memoria dei cellulari, costringendo le persone a cancellare immagini, suonerie ed altri files ritenuti meno importanti pur di continuare ad avere sul proprio dispositivo valanghe e valanghe di messaggi di testo. Poi qualcosa cambia. D’altronde c’era da aspettarselo in un settore così esposto al cambiamento come quello della tecnologia e della comunicazione. Internet ridisegna il modo di comunicare, rendendo questa pratica sempre più immediata e accorciando ulteriormente le distanze – basti pensare che con Internet è possibile mettersi in contatto con qualsiasi cittadino del mondo senza subire variazioni per quanto riguarda il canone mensile previsto dall’offerta attiva. Per poter inviare un sms ad un numero non nazionale, invece, gli operatori telefonici prevedevano e prevedono tutt’ora costi aggiuntivi al servizio offerto. Con Internet, dunque, arrivano le chat online prima, e le app di messaggistica istantanea poi, di cui oggi tra le più utilizzate si ricordano principalmente Whatsapp e Telegram. In seguito all’avvento delle chat, qualcuno ha parlato della scomparsa se non addirittura della morte degli sms, ma è davvero così?

Sms: ancora i più utilizzati. Battuti Whatsapp e Telegram

Quando si parla di piattaforme di messaggistica istantanea come Whatsapp e Telegram occorre tenere in considerazione una realtà di fatto, tra l’altro un aspetto peculiare di questi servizi. Ovvero che l’invio e la ricezione di messaggi avviene solo ed esclusivamente mediante connessione ad internet. Ciò significa che, se non si è in presenza della rete, Whatsapp e Telegram (o qualsiasi altra app di messaggistica istantanea) diventano di fatto inutilizzabili. E sarebbe proprio questo il punto in cui le chat online vengono clamorosamente sconfitte dagli sms, potendo questi ultimi essere inviati e ricevuti sempre, a prescindere dalla presenza o meno della rete o del wi-fi. A prova di ciò, uno studio condotto da Commify avrebbe infatti dimostrato che gli sms non sono spariti e non spariranno, e che anzi nel 2019 più della metà degli europei continuerà a farne utilizzo, proprio perché grazie ad essi è possibile raggiungere tutti i numeri telefonici nel momento desiderato (fatta eccezione i casi in cui il telefono del destinatario dovesse essere spento o non raggiungibile). Tra l’altro, gli sms continuano ad essere al giorno d’oggi il principale canale attraverso cui inoltrare e ricevere comunicazioni commerciali, rendendo questo strumento particolarmente adatto al mondo del Business.

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