News

L’intelligenza artificiale impara a prendere scorciatoie in un labirinto virtuale

Un programma informatico di base sul cervello umano ha imparato a navigare e prendere scorciatoie in un labirinto virtuale, superando un esperto in carne e ossa. Sebbene i programmi di intelligenza artificiale abbiano recentemente fatto passi da gigante nell’imitazione del trattamento del cervello umano – dal riconoscere oggetti al giocare complicati giochi da tavolo – lo spazio di navigazione, inteso come movimento ed orientamento – era ancora una sfida.

Ciò richiede il ricalcolo della posizione stessa dopo ogni passaggio in relazione al punto di partenza e alla destinazione, anche quando si viaggia su una rotta mai utilizzata prima.

La navigazione è considerata un compito comportamentale complesso e, negli animali, è parzialmente controllata da una sorta di GPS di bordo attivato da “una griglia di celle” nella regione dell’ippocampo del cervello. È stato osservato che queste cellule innescano uno schema regolare mentre i mammiferi esplorano un nuovo ambiente.

In un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature, i ricercatori di IA hanno affermato di aver sviluppato una “rete neurale profonda” o un “cervello” di computer, e si sono allenati a navigare verso un obiettivo in un labirinto virtuale. Quando sono state inserite scorciatoie, aprendo un passaggio precedentemente bloccato, ad esempio, l’intelligenza artificiale

ha raccolto automaticamente il percorso più breve. Inoltre, il “cervello” del computer ha generato reti di navigazione notevolmente simili a quelle osservate nel cervello dei mammiferi in cerca di foraggio.

Il programma “ha funzionato su un livello sovrumano, superando la capacità di un giocatore professionista“, hanno detto tre autori dello studio in un comunicato stampa. “Ha mostrato il tipo di navigazione flessibile normalmente associata agli animali, prendendo nuove rotte e scorciatoie quando disponibili“.

 

L’intelligenza artificiale da Nobel

La maggior parte dei ricercatori è legata a DeepMind, la società britannica di servizi di intelligenza artificiale che ha anche creato AlphaGo, il computer autodidatta che ha battuto i campioni umani nel gioco da tavolo cinese “Go”, che richiede intuizione invece di potenza di elaborazione grezza.

Il team ha affermato che il loro lavoro era “un passo importante nella comprensione dello scopo computazionale fondamentale della griglia di celle nel cervello“. Proprio questo team ha ricevuto il premio Nobel per la medicina nel 2014.

Condividi
Pubblicato da
Federica Vitale