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BlackBerry KEY2, ecco quanto è resistente tra le manacce di JerryRigEverything

JerryRigEverything ha messo le sue manacce su un nuovo smartphone. Stiamo parlando di BlackBerry KEY2, il nuovo dispositivo con sistema operativo Android di BB che in Italia farà il suo debutto il 30 luglio con un prezzo di listino di ben 649.90 euro. Sarà riuscito a sopravvivere BlackBerry KEY2?

La risposta è si. BlackBerry KEY2 ha superato tutti gli assurdi test dello YouTuber, noto per i suoi video distruttivi, dimostrandosi un prodotto costruito in maniera eccellente oltre che meticolosa. Rispetto al modello precedente, che aveva lo schermo troppo fragile, questo nuovo BlackBerry è un vero e proprio carro armato.

 

BlackBerry KEY2 non teme nulla: superato brillantemente il test di JerryRigEverything

Elegante e potente, BlackBerry KEY2 costa più del dovuto proprio per la sua eccellente qualità costruttiva. La stessa che gli permette di proseguire senza battere ciglio difronte a cadute, taglierini, accendini e flessioni ai bordi della scocca con struttura in metallo. In situazioni normali, dunque, è impossibile rovinarlo.

Designer e ingegneri hanno volutamente scelto il più vecchio vetro Gorilla Glass 3 per lo schermo da 4.5 pollici di diagonale per una migliore resistenza ai graffi. Antigraffio anche la barra spaziatrice della tastiera che funziona anche come lettore di impronte digitali. Stesso discorso per gli obiettivi della fotocamera frontale e di quella posteriore.

La tastiera QWERTY fisica è anche lei straordinariamente resistente, con ogni singolo tasto incollato saldamente su un supporto di gomma a sua volta posizionato sotto il circuito stampato. L’unica a cedere sotto i colpi del taglierino è la back cover e il frame laterale. Allo schermo, invece, basta pochissimo per riattivare i pixel sottoposti al calore.

In conclusione, BlackBerry KEY2 è molto più costoso del modello precedente, BlackBerry KEYone, ma semplicemente perché è migliore praticamente in tutto. Il video dove lo smartphone viene maltrattato è visibile qui sotto.

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Pubblicato da
Marco Serra