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Criptovalute, l’Europa mette in guardia dai rischi delle monete virtuali

Ad un paio di settimane da un tracollo abbastanza considerevole delle criptovalute, prima fra tutte Bitcoin, anche perché è quella che aveva di più da perdere, le autorità europee hanno lanciato un pesante monito sui rischi legati a questo genere d’investimenti. Gli investimenti sono per loro natura rischiosi, ma le monete virtuali sono troppo volatili, ma soprattutto il mondo dietro ad esse è poco limpido.

Investimenti troppo rischiosi

Bitcoin e altre valute hanno mostrato chiari segni di una bolla dei prezzi che mette a rischio i soldi veri che molti individui usano per acquistarle, questo secondo le autorità di vigilanza europee che gestiscono titoli, sistemi bancari, assicurazioni e pensioni. Oltre a questo, gli scambi di criptovaluta possono riscontrare parecchi problemi operativi, come hackeraggi. Nel momento che succede, se si perde qualcosa non esistono possibilità di ricorsi legali e quello che si è perso, è andato per sempre.

Secondo alcuni, le criptovalute sono il selvaggio west dell’industria tecnologic

a che causano problemi anche su altri aspetti. Oltre ai soliti rischi nel visitare il web adesso si aggiunge la possibilità che il proprio computer venga usato da altri per minare. I prezzi delle schede video, usate per la costruzione di macchine per il mining, sono saliti alle stelle, quando si trovano. Sempre queste macchine, dato il numero di schede che usano, hanno bisogno di tanta energia elettrica, troppa. La tecnologia dietro a questo mercato, blockchain, ormai si sta già diffondendo. È arrivata in altri settori come quello del rilevamento di diamanti alla rimozione rapida di alimenti contaminati.

Il valore del Bitcoin è sceso di oltre la metà rispetto al picco di dicembre. Se non fosse per un leggero recupero fatto ultimamente la situazione sarebbe anche peggiore. Secondo un analista, l’ESMA, l’Autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercati, sta cercando di chiudere la porta della stalla dopo che il scavallo è scappato.

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Pubblicato da
Giacomo Ampollini