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Getty Images cederà i suoi contenuti a Google

Getty Images ha annunciato una partnership di licenza pluriennale con Google. Questo accordo consentirà a Google di includere il contenuto di Getty Images nei risultati di ricerca e in tutti i suoi prodotti e servizi. Con effetto immediato, l’accordo consentirà a Google di migliorare il modo in cui accredita i contributori originali.

“Siamo entusiasti di aver firmato questo accordo di licenza con Getty Images. Utilizzeremo le loro immagini su molti dei nostri prodotti e servizi, a partire da subito”, ha dichiarato Cathy Edwards, Engineering Director di Google.

Altri report affermano che Google apporterà alcune importanti modifiche alla Ricerca immagini come parte di questo accordo. Il gigante della ricerca renderà più importanti i disclaimer sul copyright. Inoltre, rimuoverà il pulsante “Visualizza immagine” nella pagina dei risultati che rimanda al lavoro originale.

“Concediamo in licenza i nostri contenuti leader di mercato a Google, lavorando a stretto contatto con loro per migliorare l’attribuzione del lavoro dei nostri contributori e quindi aumentare la diffusione”, ha affermato Dawn Airey, CEO di Getty Images. Non è ancora noto se queste clausole si applicheranno solo ai contenuti di Getty Images o a tutti i risultati di ricerca.

Una partnership tra Google e Getty Images permetterà ad entrambe di trarre dei vantaggi.

Questa partnership tra Google e Getty Images giunge sulla scia della querela che quest’ultima ha intentato contro la prima nell’aprile 2016. Google è stata accusata di mostrare immagini ad alta risoluzione nei risultati di ricerca, senza che gli utenti dovessero visitare la fonte originale, promuovendo la pirateria. La denuncia presentata alla Commissione europea ha anche accusato Google di pratiche anticoncorrenziali e di promozione dei propri prodotti. Google è stata multata più volte anche per tali pratiche in passato. Recentemente è stata multata circa 21,1 milioni per il bias di ricerca in India ed è stata multata 2,42 miliardi nel giugno 2017 dall’Unione Europea per accuse simili.

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Pubblicato da
Rosalba Varegliano