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Falcon Heavy: poche ore al lancio di una Tesla Roadster verso Marte

Sono già quattro anni, dall’inverno 2014, che aspettiamo il lancio del gran bestione Falcon Heavy, composta da due stadi, alto 70 metri e largo 12, in grado di portare all’incirca 80 tonnellate in orbita, per l’esattezza 78.000,00 kg, di cui 55 mila kg da lasciare in orbita terrestre bassa e circa 22000 in orbita GTO (geostazionaria di trasferimento).

Il primo stadio del Falcon Heavy è composto da 3 gruppi identici di 9 motori Merlin 1D (gli stessi che equipaggiano il Falcon 9) per un totale di 27 motori capaci di fornire una spinta complessiva al decollo di 22,2 Meganewton, pari a quella di 18 Boeing 747 a piena potenza. A due minuti e trenta dal lift-off e dopo la separazione dai booster, il secondo stadio continuerà a volare fino a raggiungere la posizione idonea per il rilascio in orbita della Tesla, mentre per i tre razzi del primo stadio sarà tentato il ritorno a terra con quello che si preannuncia come il più spettacolare degli atterraggi mai visti in campo aerospaziale. I due booster laterali torneranno infatti sulla terraferma nelle Landing Zone 1 e 2 della base di Cape Canaveral. Il modulo centrale invece si dirigerà verso la piattaforma oceanica “Of Course I Still love You” al largo dell’oceano Atlantico.

Oggi, 6 Febbraio 2018 ore 19.30 fuso orario Roma-Berlino-Madrid, la Space Exploration Technologies vedrà finalmente il lancio di uno dei suoi più brillanti figli e avverrà dal Kennedy Space Center in Florida, tanto da essere rinominata dal web “la missione più ambiziosa per SpaceX ed è stata salutata dagli esperti del settore come un punto di svolta per il suo potenziale di spingere la società californiana verso traguardi sempre più alti e renderla davvero una delle più avanzate nella conquista dello spazio”.

Il lancio avverrà in una maniera veramente originale, infatti come è stato dichiarato da Elon Musk (fondatore della SpaceX di cui è amministratore ed inoltre cofondatore di PayPal e altre società big society come OpenAl) che verrà usata una Tesla Roadster. Si tratta di una nuova macchina elettrica progettata proprio per andare nello spazio nonché appunto la prima auto sportiva dell’era moderna di tipologia elettrica e progettazione atta a varcare l’atmosfera terrestre, diventando un degno successore privato dello Space Shuttle e inventando proprio da Musk e le sue compagnie.

Quali sono le caratteristiche di Tesla Roadster e cosa la contraddistingue dalle altre classiche Tesla?

Analizziamo innanzitutto il suo nome: con il termine Roadster si intende un’automobile sportiva a due posti, quindi niente d’eccezionale rispetto alle altre macchine sportive anche prodotte dalla stessa Tesla. Una peculiarità del motore che ormai nel tempo stiamo trovando in moltissime automobili: il motore elettrico.

Un motore innovativo rispetto al classico motore a 4 o 8 tempi: infatti non ha bisogno di diesel, benzina o altri tipi di carburanti bensì di sola alimentazione elettrica, risulta essere quindi un motore meno inquinante (non emette nessun tipo di gas di scarico) e soprattutto più economico, soprattutto se in un viaggio, durante il percorso, ci sono molteplici aree sosta per ricaricare auto elettriche, una specie di distributori di benzina molto moderni e innovativi, nel dettaglio la Tesla in questione è caratterizzata da batterie agli ioni di litio, con una autonomia di circa 400 km e grazie a delle innovative colonnine di rigenerazione, bastano un paio di ore per portare l’auto a una carica completa. L’automobile non è solo dotata di motore elettrico ma anche di freni a rigenerazione elettrica, fornendo una frenata migliore e risulta infatti una delle prime auto ad essere dotate di questo sistema. La carrozzeria è in fibra di carbonio

ed è stata progettata dalla nota azienda Lotus Cars (è infatti inevitabile il paragone con la Lotus Elise seconda serie).

Ovviamente l’auto non è stata progettata solo per questo evento storico di rilevanza mondiale ma infatti è possibile acquistarla in molti saloni sia in America sia in Europa, basta soltanto avere sufficiente denaro a disposizione, all’incirca per un modico prezzo di 200 mila dollari. 

Qual è allora l’obiettivo dell’unione di queste due grandi forze tecnologiche?

L’obiettivo del lancio è realizzare uno dei sogni più ambiti di tutto il genere umano: vedere da un’altra ottica il tanto vicino pianeta rosso Marte dedicato alla divinità romana della guerra. Perché vederlo da un’altra ottica? Ricordiamo che fino alla scorsa estate era presente sul pianeta la sonda Curiosity che l’ha esplorato nella sua totalità, raccogliendo parti del suo materiale, studiando la composizione della sua atmosfera ma soprattutto cercando se fosse possibile trovare traccia di vita, se fosse abitato e se l’uomo terrestre si potesse trasferire sul pianeta vicino.

Come mai da sempre il genere umano ha avuto interesse nel pianeta Marte?

Sin dall’antichità l’uomo ha sollevato il suo naso verso il cielo per vari motivi, soprattutto la notte, usandolo come oggetto di studio soprattutto per la navigazione, tanto che col tempo è divenuta una vera e propria scienza: l’astronomia. Marte, essendo il pianeta più vicino alla Terra è sempre stato notato ma inizialmente veniva scambiato, considerato e classificato come stella, soprattutto poiché in molti periodi dell’anno è possibile vederlo anche di giorno, come vediamo il nostro satellite Luna.

Dopo lo sbarco dell’uomo sulla Luna e grazie all’unione di nuovi macchinari ingegneristici e l’evoluzione meccanica è diventato il secondo pianeta per importanza come oggetto di studio dell’astronomia, tant’è che infatti qualunque entità di natura differente da quella terrestre viene definita spesso definita “marziana” come sinonimo di alieno. Non sono note purtroppo dettagliatamente le motivazioni che creano curiosità nell’uomo da parte del pianeta rosso, non sono note perché ogni persona prova interessi diversi: c’è chi è interessato a scoprire com’è composto chimicamente Marte, chi è curioso di sapere se è davvero abitato dai marziani, se è possibile fare una vacanza futura (ovviamente per i più fantascientifici)… L’unica cosa certa è che il pianeta è di facile studio soprattutto a causa della sua estrema vicinanza col nostro (una media di 225 mila km), quindi avere dei dati immediati e certi.

Per ora, almeno, per oggi, sintonizziamo le nostre TV su alcuni canali di informazione, apriamo lo streaming per TV americane e guardiamo l’esorbitante lancio di Falcon Heavy Tesla Roadster e aspettiamo che questo ci mandi nuovi dati.

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Pubblicato da
Redazione