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Intel, AMD e ARM: PC a rischio a causa di una falla nei sistemi di sicurezza dei processori degli ultimi 10 anni

Intel, AMD e ARM: PC a rischio a causa di una falla nei sistemi di sicurezza dei processori degli ultimi 10 anni. Coinvolte tre delle più importanti aziende produttrici di microchip a livello mondiale. Il processore è una componente fondamentale nei PC e da lui dipende maggiormente la capacità e velocità di calcolo di una qualsiasi operazione. Il danno causato a questi chip, potrebbe rendere vulnerabili persino i colossi dell’high tech.

La situazione

La falla nei sistemi di sicurezza nei processori, riconducibili a 3 colossi a livello mondiale, potrebbe causare seri danno in tutto il panorama tecnologico e non. Con una nota però, Intel ha smentito le voci a sostegno della vulnerabilità dei processori ed ha comfermato l’impossibilità di corrompere, eliminare o modificare dati. Sono ben due le falle venute a galla nelle ultime ore: la prima, identificata col nome Meltdown, vede protagonista la stessa Intel ed è stata indivituata da tre gruppi indipendenti di ricercatori (il Politecnico austriaco di Graz, la società tedesca di sicurezza informatica Cerberus e il Project Zero di Google); la seconda, Spectre, scovata dal team di Google, coinvolge tutte e tre le case produttrici Intel, ARM e AMD.

Il problema è stato identificato nel processo chiamato “esecuzione speculativa”. Questa funzione consente ai processori di intuire anticipatamente il comando, consentendogli di eseguire i calcoli prima di ricevere una determinata istruzione, velocizzandone i tempi di esecuzione.

Non tarderanno ad arrivare gli aggiornamenti di sicurezza sui vari sistemi operativi. Apple ha rilasciato l’aggiornamento sui MacOS, così come Google su Android e Chrome OS. Microsoft, dal canto suo, ha rilasciato un aggiornamento per Windows 10, con le versioni precedenti che saranno tutelate con un update disponibile dal 9 gennaio. Questi aggiornamenti potrebbero diminuire le prestazioni dei processori Intel, ARM e AMD di un valore stimato tra il 5 e il 30%; l’utente medio, svolgendo le consuete operazioni, non dovrebbe risentirne a livello di performance. Diverso il discorso per i gamer o gli utenti che ne fanno un utilizzo professionate e lavorativo. Intel placa gli animi affermando che questo gap verrà colmato da aggiornamenti successivi. Avvenimento che potrebbe essere ricordato come fattore negativo nel 2018; un po’ com’è stato per gli attacchi ransomware nel 2017.

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Pubblicato da
Redazione