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Facebook: epilogo dell’uomo più ricercato d’America

La morte postata su Facebook

La polizia della Pennsylvania ha confermato che Steve Stephens, sospettato di aver ucciso un anziano signore e averne diffuso il video della sua morte su Facebook, si è suicidato con un colpo di arma da fuoco, mentre era circondato dagli agenti che lo inseguivano nell’Erie County.

Stephens era fuggito da Cleveland dopo aver registrato la morte di Robert Godwin, un uomo di 74 anni, che è tornava a casa domenica dopo aver pranzato con la sua famiglia per festeggiare le vacanze di Pasqua. La polizia aveva offerto fino a 50 mila dollari di taglia per avere un qualche tipo di informazioni che portassero alla sua cattura.

Tuttavia, poco dopo le undici di oggi, la polizia della Pennsylvania ha ricevuto una “soffiata” che l’ha portata a trovare il sospetto. Il presunto assassino si trovava nei paraggi di Cleveland. Le pattuglie hanno così intrapreso un breve inseguimento che si è concluso con il tragico epilogo del suicidio del ricercato.

La diffusione del video attraverso Facebook ha mostrato per almeno tre ore, dopo la sua messa online, Stephens alla guida di una Ford Fusion bianca. “Trovami qualcuno che lo ammazzo, questo ragazzo qui, questo vecchio ragazzo

“, dice nella registrazione.

Poco dopo, scende dalla macchina per chiedere all’anziano di dire il nome di Joy Lane, sua ex compagna, perché “lei è la ragione per cui stai per morire“. Nelle immagini, poi, il sospetto solleva una pistola e spara prima che il panico si dipinga sul volto dell’anziano. Le autorità hanno confermato che non vi era alcuna connessione tra di loro.

Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, ha promesso che il social network “farà tutto il possibile per evitare che tragedie come questa vengano postate“. Ad ogni modo, questa non è nemmeno la prima volta che ciò accade. Ormai, pare che anche la morte sia un evento che deve essere condiviso, come un’azione di cui vantarsi, un coraggio da sottolineare. Probabilmente, c’è da chiedersi, se non fosse il caso di eliminare subito il video o non accettarne la pubblicazione. Forse, un filtro in più sarebbe necessario visto che, oggi, tutto è condivisibile sulle principali piattaforme.

Noi, nonostante il video sia stato eliminato dal social network e si diventato virale, preferiamo non divulgarlo. Abbiamo solo deciso di raccontare un tragico fatto di cronaca che potrebbe coinvolgere tutti, popolo di Facebook.

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Pubblicato da
Federica Vitale