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“Se lo smartphone non è un iPhone, Nexus o Pixel, non è sicuro”, parola di attivista

Ci sono molti esempi di falle di sicurezza in smartphone che consentono ad estranei di controllarli ed avere accesso ai dati. Ma, secondo Chris Soghoian, tecnologo della United States Civil Liberties Union (ACLU suo acronimo in inglese), questo problema è ancora più grande di quanto pensiamo.

Secondo Soghoian, infatti, i dispositivi veramente sicuri sul mercato attuale sono iPhone, i dispositivi Nexus e Pixel, lanciato di recente, proprio da Google. iPhone perché incorpora tecnologie affidabili di crittografia e sicurezza; Nexus e Pixel perché ricevono gli aggiornamenti di sicurezza costanti da parte di Big G. Tutti gli altri, invece, sono suscettibili di errori che compromettono tutti i dati sui dispositivi.

Storia della sorveglianza

La questione della sicurezza degli smartphone è emersa nel corso del Mozfest 2016, convegno inerente il controllo dei governi sui media. Secondo l’attivista e tecnologo, “le società di telecomunicazioni hanno una storia di oltre un secolo di cooperazione con le iniziative di monitoraggio dei governi“. Per questo motivo, “i nostri sistemi di comunicazione sono stati costruiti con questa idea di sorveglianza in mente“, ha spiegato.

C’è però un cambiamento positivo in questa situazione nelle rivelazioni fatte da Edward Snowden e riguardo lo schema di sorveglianza di massa del governo degli Stati Uniti. Google, pare, ha iniziato utilizzando il protocollo HTTPS sicuro di default nel browser, che ha avviato un processo di sicurezza di costruzione digitale.

Google è stato seguito da altri giganti della tecnologia, come Facebook e Apple, nella sua iniziativa di rendere HTTPS il protocollo predefinito. Attualmente, secondo Soghoian, grazie a questi atteggiamenti, più della metà del traffico che circola nel browser Firefox Mozilla utilizza questo protocollo.

Sicurezza digitale come privilegio

Quando gli smartphone hanno iniziato a diventare oggetti di comunicazione comuni, tuttavia, questa cultura della sicurezza non era ancora così forte. Pertanto, molti utenti di questi dispositivi finivano per avere un atteggiamento pericoloso, mettendo a rischio dati che venivano condivisi con le aziende di tecnologia.

Apple è un esempio positivo, in quanto ha incorporato standard per la crittografia sul proprio iPhone. Inoltre, la società rilascia velocemente aggiornamenti di sicurezza per i suoi utenti. Così, la maggior parte di questi hanno modo di utilizzare una versione più recente – e più sicura – del sistema operativo. Android, d’altra parte, “è uno spettacolo di orrore per il rapporto di sicurezza“, ha opinato ancora Soghoian.

Questo, tuttavia, ha creato una situazione in cui la sicurezza digitale su smartphone è diventata una sorta di privilegio. “Sì, iPhone è sicuro, ma costa 600 dollari e oltre. Ciò crea il rischio che la sicurezza digitale sia un lusso, qualcosa di accessibile solo a chi può pagare per essa“, ha confermato l’attivista. Questa situazione, a parere di Soghoian dunque, rischia di approfondire le disuguaglianze sociali che già esistono nel mondo.

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Pubblicato da
Federica Vitale