Editoriale

Computer e smartphone minacciano la nostra salute?

Come la tecnologia influisce sulla nostra salute

Quanto l’era della tecnologia sempre più presente ha influito sul nostro stile di vita e, soprattutto, la salute? Prima c’erano i computer e già il monito era che, davanti ad essi per dove lunghe ore, quest’abitudine avrebbe contribuito ad avere la schiena inarcata, mentre gli occhi fissi sullo schermo avrebbe prodotto arrossamenti e fastidi. Fino ad arrivare all’esagerata “attività fisica” delle dita, costantemente sulla tastiera, e il movimento perenne del braccio nel comandare il mouse non avrebbero giovato alle nostre articolazioni.

Dopo qualche anno di evoluzione ininterrotta, molti di noi stanno patendo il mal di schiena, dolori articolari, affaticamento visivo, una sindrome del tunnel carpale con dolore al polso e conseguente periartrite. Dal momento che gli smartphone si sono diffusi in termini numerici e di utilizzo, e le persone passano la loro vita chini sul display, gli occhi si affaticano nel leggere caratteri molto piccoli mentre si digita freneticamente su una piccola tastiera o si ascolta la musica – volendo anche a volume molto alto – con le apposite cuffie. Ancora una volta, aumenta l’affaticamento visivo, le articolazioni delle dita ne risentono e l’udito si deteriora.

Non stiamo correndo forse il rischio che le future generazioni possano andare incontro prematuramente incontro all’insorgenza del mal di schiena o di osteoartrite, e che i ragazzi possano essere ipovedenti e non udenti? Potrebbe sembrare esagerato, ma la questione merita di essere posta e approfondita.

Tra Internet, Skype, Facebook o Instagram, sempre più giovani si isolano in un mondo virtuale, abbandonando le relazioni umane. Il risultato saranno, senza dubbio alcuni per i medici e psichiatri, alcuni disturbi comportamentali.

Dopotutto, non è forse l’era della condivisione di un pranzo o di una cena con lo sguardo fisso su un display? Forse sarebbe il caso di dimenticare il wi-fi e guardare negli occhi chi ci sta davanti. Così, anche solo per provare.

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Pubblicato da
Federica Vitale