Scienza e Tecnologia

Google DeepMind, l’intelligenza artificiale che può simulare la voce umana

Il 20% delle ricerche mobili attraverso Google vengono fatte a voce

Google DeepMind, che sta lavorando allo sviluppo di computer super intelligenti, ha creato un sistema per elaborare linguaggi artificiali, con prestazioni migliori del 50% rispetto alla tecnologia esistente.

La società britannica DeepMind, rilevata da Google nel 2014 per una cifra di oltre 500 milioni di dollari, ha sviluppato un’intelligenza artificiale chiamata WaveNet, la quale è in grado di simulare il linguaggio umano in base a come si formano le onde sonore create dalla voce dell’uomo.

Alcune persone di lingua inglese e cinese, che sono state coinvolte nei test di Google, hanno trovato il linguaggio elaborato da WaveNet più naturale e realistico rispetto a qualsiasi altro programma.

Molti software che elaborano linguaggi artificiali lavorano usando una vasta gamma di dati, provenienti da brevi registrazioni di un unico speaker umano, che poi vengono combinati per formare nuove parole. Il risultato è comprensibile ma non è completamente naturale.

WaveNet, invece, è un’Intelligenza Artificiale realizzata per imitare come funzionano le parti del cervello umano. .

Altre compagnie che operano sul mercato della tecnologia hanno investito sugli assistenti personali che interagiscono con gli utenti attraverso il linguaggio. Pensiamo, per esempio, a Siri di Apple, Cortana di Microsoft, Alexa di Amazon o AlphaGo di Google. Mark Bennett, direttore generale di Google Play, durante una conferenza a Londra la scorsa settimana ha affermato che il 20% delle ricerche mobili attraverso Google vengono fatte a voce e non scrivendo.

E mentre i ricercatori hanno fatto enormi passi avanti per rendere i  computer in grado di comprendere il linguaggio parlato, la stessa cosa non vale per la loro capacità di rispondere con voce “umana” . Certo ci vorrà ancora del tempo prima che il nuovo sistema venga messo sul mercato perché, come affermato dai ricercatori, “è un lavoro chiaramente impegnativo”. 

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Pubblicato da
Federica Vitale