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Torrentz, addio al motore di ricerca pirata

Torrentz, il Google dei file torrent, ha disabilitato le sue funzioni.

Torrentz, il Google dei file torrent, ha disabilitato definitivamente tutte le sue funzioni. Il famoso motore di ricerca pirata chiude i battenti dopo oltre 13 anni di intensa attività online. L’addio giunge a poche settimane dalla chiusura di Kickass Torrents e dall’arresto dei suoi proprietari.

Torrentz, il motore di ricerca pirata

L’inaspettato annuncio è arrivato nelle ultime ore, con un messaggio che non lascia spazio a fraintendimenti. “Torrentz era un meta motore di ricerca gratuito e potente, in grado di combinare i risultati di dozzine di altri motori di ricerca. Torrentz vi amerà sempre. Addio“.

Insomma, sembra proprio che, dopo l’uscita dalle scene di Kickass Torrent, ora sia arrivato il turno di uno dei più apprezzati meta-motori di ricerca pirata sul web. Una piattaforma che, fin dal 2003, ha consentito a milioni e milioni di utenti di poter accedere facilmente a un sito hosting dal quale scaricare file torrent per effettuare il download di un qualsiasi file multimediale: audio, video, filme e programmi.

Da Kickass Torrents a Torrentz

Benché si parli di un popolarissimo sito, che favorisce l’insorgere della pirateria multimediale, lascia un po’ perplessi il fatto che le autorità statunitensi abbiano scelto di intervenire soltanto ora. Difatti, a seguito della recente chiusura e della confisca della concorrenza, sarebbero emersi altri nomi di dominio legati, in qualche modo, a Kickass Torrents. Tuttavia, almeno per il momento, non sono state ancora rese note le cause che hanno portato all’addio definitivo di questo storico motore di ricerca.

Tra l’altro, è cosa nota a molti che Kickass Torrents facesse parte della “Motion Picture Association of America” ovvero un’associazione costituita dalle “sette sorelle“. Si parla dei sette prestigiosi studi cinematografici quali Walt Disney, Sony, Metro-Goldwyn-Mayer, Paramount Pictures, Twentieth Century Fox, Universal Studios e Warner Bros.

Tornando all’oggetto dell’articolo, già nel 2004, Torrentz aveva sospeso temporaneamente le proprie funzionalità per violazione di copyright. Tuttavia, lo stesso motore di ricerca era tornato online poco dopo presentandosi con “una configurazione più robusta“, così come venne definita dalla MPAA. Dopo che l’US Department of Homeland Security intervenne bloccando diversi altri domini online, il sito adottò il dominio di primo livello “.eu“. Pertanto, il nome di dominio “Torrentz.eu” venne registrato dalla società polacca ‎‎Inventoris SP.‎‎.

Siti torrent battuti dalle piattaforme di streaming

Attualmente, i siti torrent attivi ammontano al 17%. A questi motori di ricerca pirata si affiancano le piattaforme di streaming che permettono ai navigatori del web di poter accedere direttamente ai file interessati, senza dover ricorrere necessariamente al download. Questa tipologia di siti ha battuto, per così dire, i tradizionali canali di ricerca pirata. Tanto che la MUSO, la società britannica che combatte la diffusione delle attività illegali connesse alla diffusione di film e contenuti televisivi, ha registrato un’operosità del 74% di queste piattaforme arbitrarie.

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Pubblicato da
Eleonora Danieli