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Uber: si vocifera un potenziale investimento in self-driving car

Si vocifera che Uber sia pronta per l’acquisto di self-driving car: automobili in grado di guidare autonomamente.

Nella giornata di venerdì, una fonte anonima dell’industria automobilistica ha dichiarato che Uber avrebbe deciso di investire il proprio capitale nell’acquisto di una serie di “self-driving car“: automobili in grado di guidare in modo autonomo e in tutta sicurezza nel traffico cittadino e nelle autostrade, attraverso un complesso sistema di sensori, software e telecamere.

Per lungo tempo, i cosidetti “veicoli autonomi” sono stati considerati dei prodotti tendenzialmente utopici; mentre ora, grazie soprattutto alle ingenti risorse finanziarie di Google, questi modelli sono diventati realtà. Attualmente, Volkswagen Audi, Daimler Mercedes-Benz, BMW e alcuni fornitori dell’industria automobilistica, come Bosch e Continental, stanno sperimentando una serie di tecnologie per poter immettere sul mercato dei veicoli semi-autonomi e delle innovative “self-driving car” recanti il proprio marchio.

Eppure, molti dirigenti del settore automobilistico risultano diffidenti nei confronti di macchine che godono di intelligenza artificiale, in quanto temono che una tecnologia avanzata possa sconvolgere i convenzionali modelli di business.

Se Uber avesse deciso sul serio di dedicarsi all’acquisto questa tipologia di macchine, gli affari comincerebbero ad essere proiettati nell’ottica del “risparmio delle uscite“, a scapito dei dipendenti. Infatti, con l’eventuale introduzione di questi veicoli intelligenti, verrebbe meno il lavoro degli autisti. E non solo: diminuirebbe il numero del personale coinvolto negli spostamenti e, di conseguenza, calerebbe il valore delle retribuzioni.

Hanno richiesto un veicolo autonomo“, ha dichiarato la fonte che ha scelto di restare anonima, riferendosi alla famosa azienda di San Francisco che fornisce servizi di trasporto automobilistico privato mediante un’applicazione software mobile, la quale consente ai passeggeri di mettersi in contatto diretto con gli autisti.

Prima ancora di venerdì, la rivista tedesca “Manager Magazin” si era fatta portavoce della notizia che Uber avesse piazzato un ordine di almeno 100 mila vetture “Mercedes Classe S“, appartenenti alla gamma Mercedes-Benz. La “Top Flight Limousine“, di cui Mercedes-Benz ha venduto circa 100.000 esemplari lo scorso anno, risulta ancora sprovvista della funzionalità di guida completamente autonoma. Un’altra fonte vicina al dossier, invece, avrebbe smentito tali dichirazioni; mentre Daimler e Uber sembrano non essere affatto interessate a rilasciare commenti.

Secondo gli analisti di “Exane BNP Paribas“, entro il 2020, verranno investiti circa 25 miliardi di dollari per supportare la tecnologia di guida automatica, consentendo al veicolo di diventare il fattore chiave della differenziazione. Tuttavia, a causa di alcuni ostacoli normativi ora vigenti, sarà difficile ottenere macchine integralmente automatizzate su strada prima del 2025 o, addirittura, del 2030.

Nell’agosto 2013, Mercedes-Benz aveva testato la “Limousine Mercedes-Benz Classe S“, la quale aveva sfrecciato, senza alcun conducente alla guida, nella “Bertha Benz Memorial Route” – la famosa pista da corsa lunga 194 km, che si snoda nelle città tedesche di Mannheim e Pforzheim; e che prende il nome dalla prima automobilista donna della storia, vissuta circa 130 anni fa.

All’inizio di questa settimana, anche BMW ha dichiarato di voler avviare un nuovo business pari a quello che, almeno in teoria, Uber sembrerebbe voler puntare.Il valore della creazione si sta spostando dall’hardware attuale al software e ai servizi” ha specificato Harald Krueger, nuovo amministratore delegato di BMW, nella giornata di mercoledì. E’ possibile che questo slittamento possa coincidere con l’emergere di veicoli autonomi.

Ad ogni modo, l’ostacolo principale rimane la questione legata alle responsabilità in caso di sinistro stradale. La maggior parte degli Stati sono firmatari della “Convenzione dell’8 novembre 1968 sulla circolazione stradale” in cui è prevista la figura di un conducente alla guida del veicolo. A febbraio, negli Stati Uniti d’America, alcune norme legate alla sicurezza stradale sono state riviste per consentire la circolazione delle “self-driving car di Google. Pertanto, diversi Stati avrebbero concesso alla casa produttrice di testare queste “automobili del futuro” sulle rispettive carreggiate.

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Pubblicato da
Eleonora Danieli