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Onde gravitazionali: confermata la loro esistenza, Einstein aveva ragione

Scoperta del secolo, le onde gravitazionali ora sono misurabili

Le onde gravitazionali ipotizzate da Albert Einstein nel 1915 con la sua famosa Teoria della relatività sono state misurate grazie alla collaborazione tra scienziati di tutto il mondo, con il fondamentale contributo degli studiosi italiani.

E = mc2 è la formula matematica che esprime la Teoria della Relatività Generale pubblicata dall’eclettico fisico di origine tedesca Albert Einstein. Al quadrato della velocità della luce la massa di un oggetto si trasforma in energia.

La misurazione delle onde gravitazionali è da sempre uno dei grandi misteri a cui l’uomo ha dedicato ben 101 anni di studi, appunto dalla pubblicazione della teoria di Einstein. Oggi arriva la conferma della loro esistenza e la loro misura è una delle più grandi scoperte del secolo.

Onde gravitazionali: la scoperta del secolo

Misurare un’onda gravitazionale non solo è complicato perché è come voler calcolare lo spessore di un capello che si trova ad una distanza pari a quella esistente tra il Sole e la Terra, ma anche perché gli strumenti si contraggono e si espandono insieme allo spaziotempo al passaggio dell’onda.

La misurazione di tali onde è stata possibile grazie a LIGO (Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory), negli Stati Uniti, e dall’interferometro VIRGO che si trova a Cascina (Pisa) con la collaborazione dell’INFN e di altri paesi europei. La scoperta è dovuta, dunque, alla collaborazione di scienziati di tutto il mondo che si sono profusi in una collaborazione senza confini e senza distinzioni di razza, religione o sesso.

Nel 1916 Einstein ha predetto le onde gravitazionali. Oggi siamo felici di annunciare che che abbiamo rilevato per la prima volta le gravitazioni universali” è stato l’annuncio, dato alle 16:30 (ora italiana) da Fulvio Ricci, coordinatore della ricerca scientifica di VIRGO.  La misura è stata possibile per la grande energia emessa dalla collisione di due buchi neri dalla massa di 36 e 29 volte quella del Sole.

Abbiamo osservato il primo evento in assoluto nel quale una collisione non produce dati osservabili, se non attraverso le onde gravitazionali“, ha detto ancora Fulvio Ricci. Che ha aggiunto “…Si sono avvicinati (i due buchi neri ndr) ad una velocità impressionante, vicina a quella della luce. Più si avvicinavano, più il segnale diventava ampio e frequente, come un sibilo acuto; quindi è avvenuta la collisione, un gigantesco scontro dal quale si è formato un unico buco nero. La sua massa è la somma di quelle dei due buchi neri, ad eccezione della quantità liberata sotto forma di onde gravitazionali“.

I dati sullo scontro dei due buchi neri

Il buco nero risultante ha una massa pari a 62 volte quella del Sole e l’energia rilasciata, pari a tre volte la massa del Sole, ha permesso il rilevamento delle onde gravitazionali. Lo scontro tra i due buchi neri è avvenuto a 410 megaparsec dalla Terra, quindi, risale a quasi un miliardo e mezzo di anni fa.

Einstein a quanto pare aveva proprio ragione, le onde gravitazionali esistono.

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Pubblicato da
Gianni Fiore