Categorie: News

Soundsight Training, il software per i ciechi che aiuta ad orientarsi

Un software per aiutare le persone non vedenti ad orientarsi è l’obiettivo di Soundsight Training. In pratica, si tratta di allenare l’udito fino a identificare gli oggetti circostanti. È l’idea di una studentessa di ingegneria gestionale dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Ceo della start up che ha sviluppato il progetto.

Irene Lanza, il nome della ragazza, ha sviluppato il prototipo che, presto, sarà online con una campagna di crowfunding sul sito apposito Kickstarter. L’obiettivo è quello di raccogliere 250 mila euro, somma necessaria per sviluppare il prototipo e renderlo accessibile a tutti.

Se tutto andrà secondo i piani dal 2017 il software sarà libero e open source”, spiega Lanza. “Oggi nel mondo c’è una ampia disponibilità di tecnologia, che viene usata soprattutto per l’intrattenimento. Il nostro obiettivo è, fedeli al trattato di Marrakech, favorire la circolazione e la diffusione di libri accessibili. Attualmente i non vedenti hanno accesso a una percentuale di libri stimata fra l’1 e il 5% di quelli presenti sul mercato”.

Come funziona il software

Una bella iniziativa all’insegna del Made in Italy, soprattutto se vede come artefice del progetto una giovanissima ragazza. Un sistema molto semplice, Soundsight Training, ovvero un software opensource

che permetterà ai non vedenti di orientarsi attraverso le onde sonore.

La start-up lanciata dalla giovane ricercatrice italiana mira a sviluppare questo tipo di software in grado di creare una realtà acustica virtuale ad hoc per quanti, completamente non vedenti, possono allenare il proprio udito a percepire e identificare gli oggetti.

Per fare una donazione sul sito di crowfunding c’è tempo fino all’8 febbraio. “In questo momento lavoriamo su un prototipo dimostrativo già testato da non vedenti”, precisa la Lanza, “che può essere utilizzato con un normale computer. Servono due periferiche: cuffie e microfono. Grazie al microfono il non vedente dà un input e ascolta il ritorno dell’eco in base all’ambiente simulato all’interno del software”. Un po’ lo stesso principio del sonar, per intendersi, o ancora una somiglianza con l’udito del pipistrello. Occorre solo un po’ di allenamento affinchè si possa migliorare le capacità ed imparare ad ecolocalizzarsi in base al suono.

Condividi
Pubblicato da
Federica Vitale