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YotaPhone 3, lo smartphone con due display, arriverà nel 2016

YotaPhone 3 nel 2016 con Sailfish OS

YotaPhone 3 è il quarto dispositivo prodotto dalla russa YotaPhone, devices caratterizzati dalla presenza di un secondo display monocromatico e-ink posto sul retro della scocca. Il nuovo smartphone arriverà nel 2016 e per l’occasione dirà addio ad Android.

Il primo modello di YotaPhone ha generato un grande interesse quando è stato presentato il primo prototipo nel lontano Dicembre 2012. Lo smartphone venne poi annunciato ufficialmente durante il Mobile World Congress del 2013, ma non è riuscito a generare più tanto interesse, sommerso dagli smartphone dei produttori più blasonati. L’azienda russa Yota da allora ha rilasciato ben 3 smartphone, YotaPhone 1, 2 e 2c, ed è pronta a tornare sul mercato con YotaPhone 3 il prossimo anno.

Tutti questi smartphone sono caratterizzati dalla presenza di un secondo display E-Ink monocolore posto sul retro della scocca, accompagnato dal classico display LCD nella parte frontale. YotaPhone 3 era atteso inizialmente nel corso del 2015, ma le ultime voci parlano di un posticipo ai primi mesi del 2016. Questo nuovo device porterà con sé alcune novità: Yota abbandona definitivamente Android in favore di Seilfish OS

, un sistema operativo sempre basato sul kernel Linux e creato da Jolla Sailfish, una compagnia formata da ex dipendenti Nokia.

YotaPhone 3 verrà inoltre prodotto in Cina da ZTE in collaborazione con la compagnia Xing Fei, entrambe in affari con la russa Yota per questo scopo. Lo smartphone potrebbe inoltre arrivare prima in Cina che in Russia. Il CEO dell’azienda precisa inoltre che YotaPhone 3 arriverà il prossimo anno ad un prezzo più basso rispetto a YotaPhone 2, e offrirà caratteristiche migliori.

Con l’abbandono di Android, YotaPhone 3 non avrà più accesso al Play Store, dunque resta da vedere se il device otterrà il successo sperato. Il prezzo giocherà inoltre un ruolo importantissimo in questo, poiché i precedenti modelli di Yota venivano considerati troppo costosi per quello che offrivano.

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Pubblicato da
Tommaso Calabrese