sabato, Maggio 3, 2025

Il Giappone porta in mare il suo cannone elettromagnetico

Il Giappone testa un cannone elettromagnetico navale capace di sparare a Mach 6.5, sfidando la supremazia militare degli Stati Uniti.

Il Giappone testa un cannone elettromagnetico navale capace di sparare a Mach 6.5, sfidando la supremazia militare degli Stati Uniti.

Quando pensiamo a tecnologie militari da film di fantascienza, di solito ci vengono in mente gli Stati Uniti, forse la Cina, ma di rado ci salta in testa il Giappone. Eppure, proprio da lì arriva una notizia che sembra uscita da un episodio di The Mandalorian o da qualche videogioco next-gen: una cannoniera elettromagnetica, installata su una nave da guerra sperimentale, è entrata ufficialmente nella fase di test avanzata. Non un prototipo da laboratorio, ma un’arma vera, funzionante, montata sulla nave JS Asuka.

 

JS Asuka e il cannone da 8 tonnellate

Per capirci: parliamo di un gigantesco cannone che non usa polvere da sparo né esplosivi. Utilizza campi elettrici e magnetici per sparare proiettili a velocità così assurde che arrivano a Mach 6.5 (sì, sei volte la velocità del suono). È il tipo di arma che, almeno finora, sembrava più una promessa da film che una realtà tangibile. Gli USA ci avevano provato con un progetto multimilionario, ma dopo anni di test (e di problemi tecnici), l’hanno archiviato in sordina. Il Giappone no. È andato avanti. E ora ce l’ha davvero.

L’ammiraglio Omachi Katsushi ha visitato di persona l’Asuka per vedere questa meraviglia tecnologica in azione. Il cannone pesa otto tonnellate, ha una canna lunga sei metri e riesce a lanciare proiettili d’acciaio da 40 mm a una velocità spaventosa. E la cosa affascinante è che questi proiettili non esplodono: fanno danni solo grazie alla velocità e all’energia cinetica. Tradotto: costano meno, sono più facili da produrre e si possono sparare in gran quantità.

In più, a differenza dei laser — che hanno bisogno di cieli sereni e bersagli ben visibili — questo sistema può colpire anche con la pioggia, con la nebbia, di giorno o di notte. E non si ferma a un bersaglio: può puntare oltre l’orizzonte. In un’epoca in cui le minacce arrivano sotto forma di droni economici o veicoli ipersonici superveloci, avere un’arma così flessibile e relativamente economica cambia davvero le carte in tavola.

Insomma, mentre molti progetti simili sono finiti nel dimenticatoio, il Giappone è riuscito a portare avanti qualcosa che potrebbe rivoluzionare la difesa navale. Magari non sarà l’arma definitiva, ma è un segnale fortissimo: la tecnologia delle armi a energia diretta non è più solo teoria. Sta diventando realtà. E, a sorpresa, il futuro potrebbe parlare giapponese.

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