martedì, Maggio 6, 2025

Tre satelliti cinesi nella DRO: nasce un hub tra Terra e Luna

Tre satelliti cinesi entrano in orbita DRO, creando un nuovo snodo stabile tra Terra e Luna per future missioni spaziali.

La Cina prepara il lancio di Shenzhou 20 verso la stazione Tiangong, segnando un nuovo passo nella sua presenza stabile nello spazio.

 

Un altro tassello si aggiunge al grande puzzle dell’esplorazione spaziale, e questa volta arriva dalla Cina. Durante un simposio a Pechino, gli scienziati dell’Accademia Cinese delle Scienze (CAS) hanno annunciato con un certo entusiasmo un risultato che — per chi ama lo spazio — suona quasi come fantascienza che diventa realtà: tre satelliti cinesi sono riusciti a prendere posizione in una zona orbitale piuttosto insolita, chiamata orbita DRO (distant retrograde orbit), che si trova nel vasto spazio tra la Terra e la Luna.

 

Il triangolo cinese nella distant retrograde orbit

Ora, detta così può sembrare un dettaglio tecnico per addetti ai lavori, ma fermiamoci un attimo. L’orbita DRO non è un punto qualsiasi del cielo: si tratta di una traiettoria particolare, che gira intorno alla Terra ma in senso opposto rispetto al moto lunare. In pratica, è una sorta di zona “calma” nello spazio, stabile e con pochissimi consumi energetici. Un posto perfetto, insomma, per piazzare satelliti che devono restare in ascolto o in attesa. Ed è proprio quello che hanno fatto DRO-A e DRO-B, che ora comunicano attivamente con un terzo satellite, DRO-L, rimasto in un’orbita terrestre più vicina.

L’impresa non è stata una passeggiata. Raggiungere quell’orbita e restarci, mantenendo il collegamento tra più satelliti a distanze così ampie, richiede tecnologie super raffinate. Ma il team cinese ha tirato fuori un asso dalla manica: un sistema di navigazione e propulsione che ha permesso di risparmiare l’80% del carburante rispetto a quanto normalmente servirebbe per una missione del genere. È come andare da Milano a Roma con un litro di benzina — quasi incredibile, ma vero.

E cosa ci si fa con tre satelliti messi in fila nel mezzo dello spazio Terra-Luna? Tantissimo. Serviranno per fornire navigazione autonoma ai veicoli spaziali, sincronizzare l’ora delle basi lunari con una precisione quasi maniacale, e dare un supporto scientifico e logistico a chi, nei prossimi anni, si avventurerà più lontano, magari fino a Marte.

Questo nuovo “triangolo spaziale” potrebbe diventare una sorta di autogrill orbitale: un punto di passaggio strategico per missioni umane e robotiche dirette nello spazio profondo. E non è tutto: l’orbita DRO, per la sua stabilità e per la posizione, è perfetta anche per esperimenti scientifici delicatissimi, come quelli sulla fisica quantistica o sugli atomi in condizioni estreme.

Insomma, la Cina ha appena posato le basi per un nuovo snodo orbitale, un hub tranquillo e silenzioso che un giorno potrebbe diventare il cuore pulsante delle missioni spaziali del futuro. Un piccolo passo per tre satelliti, ma un gran bel salto per l’idea di abitare davvero, e stabilmente, lo spazio profondo.

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