martedì, Aprile 29, 2025

LincStation N2, il NAS con Unraid OS che batte Qnap e Synology – Recensione

Abbiamo testato il LincStation N2 e rispetto alla versione N1 che abbiamo provato in passato è migliorato tantissimo tanto da riuscire a battere brand come Qnap e Synology. Un vero e proprio gioiellino che oltre ad essere compatto è veloce e silenzioso.

LincStation N

Il LincStation N2 è un NAS domestico compatto di nuova generazione, progettato per offrire alte prestazioni grazie a un’architettura all-flash (solo SSD) e una connessione di rete 10 GbE. In questa recensione tecnica e dettagliata vi racconto la mia esperienza diretta con il LincStation N2, analizzandone design, hardware, software e prestazioni, senza tralasciare confronti con i concorrenti e considerazioni finali. L’obiettivo è capire se questo dispositivo può candidarsi tra i migliori NAS del 2025 per utenti esigenti alla ricerca di un NAS domestico veloce e versatile.

Design e costruzione

Il LincStation N2 presenta uno chassis compatto in plastica (sopra) e metallo (guscio inferiore). Il design è minimalista e moderno, con il logo LincPlus ben visibile sulla parte superiore e una sottile striscia LED frontale che indica lo stato.

Il NAS ha un form factor slim e curato: le dimensioni ridotte di circa 210 x 152 x 40 mm (poco più grande di un libro tascabile) lo rendono facile da posizionare su una scrivania o in salotto senza occupare troppo spazio​ . Il peso di ~800 grammi conferma la portabilità del device​ . La scocca è realizzata con una base in metallo e un coperchio superiore in plastica rigida​ ​ : questa combinazione offre sia robustezza strutturale che contribuisce alla dissipazione termica passiva. Sul frontale spicca una fascia color argento con il logo LincPlus e i LED delle unità (S1, S2 per le baie SATA, M1–M4 per gli slot M.2), oltre al pulsante di accensione. Il design è sobrio e professionale, vincitore anche di un Red Dot Award secondo il produttore (un dettaglio che mostra l’attenzione all’estetica).

Un aspetto notevole è la progettazione tool-less per l’accesso agli alloggiamenti drive. Il pannello frontale si ribalta facilmente, permettendo di estrarre le slitte 2.5” per installare fino a due SSD/HDD SATA (7mm o 9.5mm di spessore) senza sforzo​ . Allo stesso modo, sul fondo dell’unità sono presenti quattro sportellini a molla che coprono gli slot M.2 2280 NVMe: basta fare pressione per sbloccarli e inserire gli SSD NVMe senza bisogno di viti o cacciaviti​ ​ . Questa soluzione rende l’installazione e la manutenzione dei drive estremamente pratica.

La base del LincStation N2 con due SSD NVMe installati: si notano i quattro slot M.2 tool-less (due aperti con SSD Lexar inseriti) e le feritoie per il raffreddamento. L’accesso ai moduli è semplice, senza necessità di viti.

Dal punto di vista termico, il N2 adotta un sistema di raffreddamento ibrido: sfrutta la conduzione e convezione passiva attraverso la scocca metallica (la griglia sul fondo favorisce il flusso d’aria naturale) e include una piccola ventola interna a controllo termico per dissipare il calore sotto carico​ . Durante la prova, ho constatato che la ventola entra in funzione solo quando necessario e rimane quasi impercettibile acusticamente nella maggior parte degli scenari d’uso​ . In idle il rumore è talmente basso da confondersi col silenzio ambientale (<30 dBA) e persino sotto stress ho misurato picchi intorno a ~38 dBA, un valore contenuto che risulta udibile solo in ambienti totalmente silenziosi​ . La gestione termica si è dimostrata efficace: anche dopo ore di carico, gli SSD NVMe raramente superano i 50-55 °C, segno che il raffreddamento è adeguato a prevenire il thermal throttling​ . Nel complesso, la costruzione del LincStation N2 denota cura per i dettagli e un equilibrio riuscito tra estetica, praticità e efficienza termica​ .

DSC LincStation N

Hardware

Passiamo alle specifiche hardware del LincStation N2, decisamente interessanti per un NAS di questa categoria di prezzo. Ecco un riepilogo dei componenti chiave:

  • CPU: Intel Alder Lake-N N100 (quad-core, 4 thread, frequenza boost fino a 3,4 GHz, TDP 6W)​ . Si tratta di un processore a basso consumo di ultima generazione, che offre prestazioni superiori al Celeron N5105 del modello N1 precedente, pur consumando meno energia (TDP 6W vs 10W)​ ​ . Integra GPU Intel UHD (24 EU a 750 MHz) utile per transcodifica video base.
  • RAM: 16 GB LPDDR5 4800 MHz saldati sulla scheda (non espandibile)​ ​ . La quantità è generosa per un NAS domestico e adeguata per sfruttare appieno la CPU N100, ma essendo saldata non è possibile aggiungere memoria in futuro.
  • Archiviazione: fino a 6 unità totali, tutte SSD. Sono presenti 4 slot M.2 2280 NVMe PCIe Gen3 x1 e 2 baie SATA III da 2,5″ (HDD/SSD fino a 9.5mm)​ . In aggiunta c’è un modulo eMMC da 128 GB interno dedicato al sistema operativo​ . In configurazione massima si possono raggiungere teoricamente decine di terabyte di spazio (ad es. con 4 NVMe da 8TB + 2 SSD SATA da 8TB si arriva a 48TB totali​ ), con la libertà di combinare drive ad alte prestazioni e drive economici/capienti a seconda delle necessità.
  • Networking: 1 porta Ethernet 10 Gigabit (10GBASE-T RJ45, controller Aquantia AQC113C)​ . Questa è retro-compatibile con infrastrutture 2.5GbE/1GbE, quindi funziona anche su switch router tradizionali limitandosi alla velocità inferiore​ . L’upgrade rispetto alla porta 2.5GbE dell’N1 è netto e consente al N2 di sprigionare tutto il potenziale degli SSD NVMe in rete.
  • Connettività I/O: 1× USB Type-C USB 3.2 Gen2 (10 Gbps) frontale, 1× USB Type-A USB 3.2 Gen2 (10 Gbps) posteriore​ , 2× USB Type-A USB 2.0 (480 Mbps)​ . Questa dotazione permette di collegare periferiche ad alta velocità (es. dischi esterni USB 10 Gbps) e contemporaneamente dispositivi a basso consumo di banda come tastiera e mouse sulle porte 2.0 senza “sprecare” le porte rapide​ .
  • Uscite video/audio: 1× HDMI 2.0 (supporta fino a 4K @ 60Hz) e 1× jack audio 3,5 mm stereo​ . Queste porte consentono – se voluto – di collegare il NAS a un monitor/TV e usarlo anche come mini-PC multimediale o console server locale.
  • Wireless: Nessun Wi-Fi o Bluetooth integrato​ . A differenza del precedente N1 che includeva un modulo Wi-Fi6, il N2 rinuncia alla connettività wireless probabilmente per ridurre i consumi e incentrare l’uso sulla connessione cablata veloce. Se serve il Wi-Fi, si può comunque aggiungere un adattatore USB esterno o collegare il NAS a un AP/router wireless.
  • Alimentazione: alimentatore esterno da 60W (12V/5A) con connettore barrel DC​ ​ . Avrei preferito un moderno connettore USB-C Power Delivery per uniformità, ma la scelta di un tipico alimentatore AC esterno è comune nei NAS. I consumi sono molto bassi: ~12W a riposo e ~20–22W sotto carico pieno​ , quindi il 60W di margine è più che sufficiente anche aggiungendo periferiche USB alimentate.
  • Altro: Striscia LED frontale multicolore per stato sistema, pulsante di accensione e reset. Dimensioni e peso: 210×152×40 mm, ~800 g​ . Chassis: color grigio scuro, parte superiore in plastica e corpo inferiore in metallo​ . Sistema di raffreddamento ibrido (passivo + ventola) per un funzionamento silenzioso e affidabile nel tempo​ ​ .

In sintesi, il LincStation N2 offre una dotazione hardware di fascia medio-alta per un NAS domestico: CPU moderna, molta RAM, storage esclusivamente SSD e networking 10GbE. È una configurazione inusuale tra i NAS di questa fascia di prezzo – di solito i marchi blasonati riservano il 10GbE e l’all-flash a modelli ben più costosi. L’unico compromesso visibile è l’assenza di possibilità di upgrade interni (RAM saldata, nessuno slot PCIe libero), ma di contro c’è già tutto quello che serve on-board. Dopo aver esaminato l’hardware, vediamo ora come si comporta il software e l’esperienza d’uso.

DSC LincStation N

Software e funzioni

Sistema operativo – Il LincStation N2 viene fornito con Unraid OS preinstallato e pronto all’uso. Unraid è una popolare distribuzione Linux (derivata Slackware) progettata specificamente per NAS “fai da te”, nota per la sua flessibilità nella gestione dei dischi e per il supporto integrato a Docker e virtualizzazione. A differenza dei sistemi operativi proprietari (DSM di Synology, QTS di QNAP, ecc.), Unraid qui è fornito ufficialmente con licenza inclusa: nella confezione è presente una scheda con un codice di attivazione per 1 anno di licenza Pro​ ​  (alla scadenza si può rinnovare, oppure usare la versione Basic se si rientra nei limiti di dispositivi). Tecnicamente Unraid risiede su una chiavetta USB interna dedicata: rimuovendo uno sportellino inferiore, si trova la pendrive già inserita, dalla quale il NAS bootstrappa il sistema (l’OS gira interamente in RAM)​ ​ . Questo approccio semplifica molto l’avvio iniziale: non è necessario installare manualmente nulla, basta accendere il dispositivo e tutto è già pronto.

Installazione e inizializzazione – Al primo avvio, il LincStation N2 è subito individuabile in rete via hostname (tower.local) o tramite IP, e si accede all’interfaccia web di Unraid da qualsiasi browser (PC o smartphone collegati alla stessa LAN)​ . La procedura iniziale richiede di impostare una password amministratore e attivare la licenza: si può inserire il codice fornito oppure avviare il trial gratuito​ ​ . Dopodiché, l’interfaccia grafica di Unraid (dashboard) mostra una panoramica dell’hardware e invita a configurare l’array di archiviazione. Devo dire che il processo è risultato abbastanza intuitivo: ho selezionato rapidamente quali dischi assegnare al parity (parità) e quali ai dati, con pochi click​ . Unraid ha il vantaggio di permettere configurazioni molto flessibili: si possono combinare dischi di dimensioni diverse e aggiungerli anche in tempi successivi, senza le rigidità dei RAID tradizionali​ . Nel mio caso, ho inserito 3 SSD NVMe e 1 SATA: ne ho assegnati 2 come data disk, 1 NVMe come disco di cache e 1 come disco di parità – una tipica configurazione Unraid che ottimizza sia la velocità (scrivendo prima su cache) sia la sicurezza (protezione parity)​ . Volendo, con l’ultima versione di Unraid è possibile anche usare il filesystem ZFS in alternativa: Unraid 6.12+ consente infatti di creare pool in RAID-Z o mirror ZFS, rinunciando al concetto di parity disk ma guadagnando in performance di scrittura​ . Ho provato a impostare un pool ZFS mirror con 2 NVMe ed effettivamente le velocità di I/O migliorano nelle scritture rispetto all’array classico (nell’ordine del +30% in certi test interni), a fronte però di perdere un po’ di capacità utile. È molto apprezzabile avere entrambe le opzioni (parity Unraid o ZFS) a disposizione.

Interfaccia e usabilità – La GUI web di Unraid è abbastanza intuitiva per chi ha un minimo di familiarità con i NAS: c’è una barra in alto con le sezioni principali (Dashboard, Main, Share, Users, Apps, Settings, ecc.) e un menu a schede per configurare array, cache, pool, ecc. La Dashboard offre a colpo d’occhio info su CPU, RAM, rete, uso dei dischi, stato array e utilizzo delle share​ . Da qui posso monitorare in tempo reale le risorse e accedere alle varie funzioni. Una sezione Shares permette di creare e gestire le condivisioni di rete (SMB, NFS, etc.), specificando quali dischi usare e i metodi di caching. Ho creato in pochi secondi alcune cartelle condivise (es. una share “nas” generale e una “backup”) impostando subito anche i permessi utente differenziati – Unraid consente infatti di definire più utenti ciascuno con password e diritti diversi su ogni share, utile se in casa/ufficio più persone accedono al NAS​ . La gestione degli utenti e permessi è semplice e granulare, comparabile a quella di Synology/QNAP.

App e funzionalità integrate – Un punto forte di Unraid è il sistema di plugin e container Docker. Tramite il catalogo Community Applications (raggiungibile dal tab Apps) si ha accesso a un vastissimo elenco di applicazioni installabili con un click​ . Non c’è un App Center “ufficiale” come sui NAS commerciali, ma la community ha praticamente pacchettizzato tutti i servizi comuni: io ad esempio ho installato Plex Media Server e Jellyfin (media server open source) come container Docker in pochi minuti, e anche un servizio di backup cloud (utilizzando Duplicati) senza alcuna riga di comando – è bastato inserire pochi parametri nell’UI dei template. Quindi, funzioni come media server, gestione download (torrent/Usenet), cloud privato tipo Nextcloud, server di videosorveglianza, strumenti di backup, fino a soluzioni domotiche o di sviluppo, sono tutte implementabili facilmente sul N2 grazie a Docker e ai template forniti dalla comunità. Questo NAS può quindi svolgere il ruolo di server tuttofare: non solo storage di file, ma anche piattaforma per servizi aggiuntivi.

Tra le funzioni disponibili out-of-the-box segnalo il supporto ai backup Time Machine per Mac (configurando una share SMB dedicata, i Mac la vedono come destinazione TM) e la possibilità di montare servizi cloud esterni (ad es. Google Drive, OneDrive) tramite plugin come rclone, creando di fatto un cloud ibrido dove il NAS sincronizza dati con provider remoti. Non mancano ovviamente le funzioni base di un NAS: gestione utenti/gruppi, log degli accessi, notifiche email/Telegram al verificarsi di eventi (es. disco scollegato, temperatura alta, update disponibile), supporto UPS per shutdown sicuro in caso di blackout, ecc. Sebbene Unraid non offra un’interfaccia patinata come quella Synology, ho riscontrato che c’è equivalente per quasi ogni esigenza, a volte solo richiedendo un minimo di smanettamento in più per l’installazione iniziale.

Esperienza multimediale (Plex, server DLNA) – Dal punto di vista media server, il LincStation N2 non delude. Come anticipato, ho installato Plex e vi ho aggiunto la mia libreria di film, musica e foto. La scansione iniziale dei contenuti è stata abbastanza rapida: grazie agli SSD NVMe e alla CPU Intel N100 (che dispone di istruzioni Quick Sync Video), il NAS indicizza i file multimediali con disinvoltura. In riproduzione, poi, i risultati sono ottimi: in streaming locale su LAN ho potuto guardare film in 4K HDR e collezioni di foto in alta risoluzione senza alcuna esitazione o buffering​ . La banda a disposizione (10 GbE) è ampiamente sovrabbondante per qualsiasi flusso video, e la CPU – pur essendo entry-level – supporta la decodifica hardware di formati come H.264 e H.265, quindi anche in caso di transcoding 1:1 (es. per streaming a dispositivi mobili a risoluzioni inferiori) ce la si cava. Nei miei test interni Plex ha retto 1 stream 4K + 2 stream 1080p contemporanei (tutti con direct play o transcode leggero) mantenendo la CPU sotto il 50% di utilizzo. Anche servizi come Jellyfin o un semplice server DLNA (abilità facilmente attivabile) beneficiano dell’hardware: ascoltare musica o vedere foto su TV, smartphone e PC tramite il N2 è un’esperienza fluida. Per l’accesso remoto ai media, Plex offre la sua soluzione tramite account e relay: una volta aperte le porte necessarie sul router, sono riuscito a fruire dei contenuti del N2 fuori casa in 4G/5G in HD senza problemi (ovviamente la qualità dipende anche dall’upload della propria linea fissa)​ . Un aspetto da notare: non essendoci un sistema P2P proprietario stile QuickConnect (Synology) o myQNAPcloud, l’accesso remoto con Unraid richiede un minimo di configurazione manuale (port forwarding o VPN), ma una volta impostato è stabile e sicuro.

Virtualizzazione (VM) – Oltre ai container, Unraid include una sezione per creare macchine virtuali (KVM). Ho voluto mettere alla prova il N2 anche in questo ambito “professionale”: attraverso l’interfaccia ho creato una VM Windows 11 Pro (assegnandole 4GB di RAM e 2 core CPU). L’installazione è andata a buon fine (da ISO su una share) e il sistema operativo Microsoft era utilizzabile in desktop remoto. Chiaramente le prestazioni in questo contesto sono limitate dalla natura della CPU N100 (che non è paragonabile a un Core i7), ma per attività leggere la VM ha girato in modo soddisfacente. Più utile ho trovato l’impiego di VM Linux: ho avviato una Ubuntu Server per testare un ambiente LAMP e un piccolo server VPN, e il N2 l’ha gestita senza colpo ferire. La 16 GB di RAM permettono di eseguire più VM contemporaneamente se necessario, e nei miei test ho tenuto attiva una VM Linux insieme a vari container Docker senza saturare la memoria né notare rallentamenti evidenti (il sistema rimaneva reattivo, CPU intorno al 30% di carico)​ . In generale, il N2 si presta a far girare 1-2 servizi in VM in parallelo ai normali compiti NAS, scenario che potrebbe interessare ad esempio a sviluppatori o professionisti IT che vogliono simulare ambienti di test. Certo, non è una macchina pensata per virtualizzazioni pesanti o numerose, ma il fatto che sia possibile farlo in modo stabile su un NAS così compatto è un valore aggiunto non da poco.

Altre funzioni – Vale la pena menzionare che il LincStation N2, essendo di fatto un mini-PC x86_64, offre una versatilità senza pari rispetto ai NAS chiusi: volendo, si può anche installare un OS alternativo. Ad esempio, ho provato per curiosità ad avviare Windows 11 nativamente sul N2 (collegando monitor via HDMI e tastiera USB): ebbene, l’installazione è riuscita e Windows ha riconosciuto tutto l’hardware, trasformando il NAS in un mini desktop PC​ . Allo stesso modo si potrebbero installare distribuzioni Linux generiche o software NAS alternativi come TrueNAS Scale, Proxmox, ecc. LincPlus commercializza il N2 principalmente come NAS Unraid chiavi in mano (anche perché Unraid è un punto di forza, avendone ottimizzato il sistema), però questa apertura offre all’utente avanzato pieno controllo sull’hardware.

Screenshot

Benchmark e test prestazionali

Passiamo ai benchmark e test di velocità che ho effettuato per valutare le performance del LincStation N2 in vari scenari, sia in ambito domestico che professionale. Ricordiamo che il N2 punta tutto su velocità di rete e I/O SSD, quindi mi aspetto ottimi numeri soprattutto nei trasferimenti di file pesanti e nelle operazioni su rete 10 Gigabit.

Prestazioni di storage: HDD vs SSD

Per verificare l’impatto dell’architettura all-flash, ho misurato le velocità sia con un tradizionale disco meccanico che con SSD SATA e NVMe:

  • Con un HDD 2,5” 7200rpm (installato in una baia SATA), i trasferimenti sequenziali si attestano intorno a 120 MB/s in lettura e 110 MB/s in scrittura mediamente. Questi valori sono tipici di un singolo hard disk e risultano di poco inferiori al limite di una porta Gigabit Ethernet (125 MB/s), il che significa che su una rete 1GbE un HDD saturerebbe quasi la banda. In pratica, usando dischi meccanici puri, il N2 va come qualunque NAS gigabit di precedente generazione – il collo di bottiglia è il disco stesso.
  • Con un SSD SATA (ho usato un SSD Crucial MX500 da 1TB), le prestazioni salgono al massimo consentito dal SATA3: circa 550–570 MB/s in lettura sequenziale e ~510 MB/s in scrittura. Questi numeri superano di gran lunga la Gigabit Ethernet e anche una 2.5GbE (che arriva a ~300 MB/s), ma sono ancora sotto il tetto della 10GbE (1250 MB/s). Infatti, trasferendo file tramite la porta 10Gb del N2, l’SSD SATA raggiunge ~500–600 MB/s reali, valore coerente con i limiti dell’interfaccia​ . È già un risultato eccellente: parliamo di oltre 4 Gbps effettivi sfruttati in scrittura/lettura, impensabili su NAS domestici fino a poco tempo fa.
  • Con un SSD NVMe nei slot M.2 PCIe 3.0 x1, mi aspettavo velocità ancora maggiori, ma occorre considerare che ogni NVMe sul N2 è limitato da un singolo lane PCIe. Nei test, il singolo SSD NVMe (un WD Red SN700) ha raggiunto circa 750–800 MB/s sia in lettura che scrittura sequenziale, che è il massimo teorico di una linea PCIe Gen3​ . Dunque per singolo drive NVMe non ci si allontana moltissimo dai SATA (gli NVMe testati arrivano a ~800 MB/s contro i ~550 dei SATA). La differenza sostanziale sta nella latency e IOPS superiori degli NVMe, che offrono prestazioni migliori con file di piccole dimensioni e accessi concorrenti. Inoltre, utilizzando più NVMe insieme, il sistema può sommare la banda di più slot: ad esempio, ho creato uno share che utilizza la cache NVMe e scrive su array paritario NVMe, notando che i trasferimenti saturavano quasi del tutto la 10GbE. In CrystalDiskMark da un PC Windows collegato a 10GbE, il N2 ha fatto registrare 1238,4 MB/s in lettura sequenziale e 1233,8 MB/s in scrittura sequenziale​ , praticamente il limite della 10 Gigabit (≈1250 MB/s) – un valore davvero notevole per un NAS home/SMB. (Per confronto, il vecchio LincStation N1 con porta 2.5GbE otteneva ~261 MB/s read e 296 MB/s write nelle stesse condizioni​ ). Questo risultato è stato ottenuto grazie all’uso combinato di cache e array su NVMe che distribuiva i dati su più unità, compensando i limiti per singolo drive. Conferma comunque che il collo di bottiglia finale è la rete 10GbE: il N2 può saturarla con i giusti drive, mentre un NAS 1Gb/2.5Gb non potrebbe mai andare oltre ~300 MB/s indipendentemente dagli SSD.

In sintesi, per sfruttare al massimo il LincStation N2 è consigliato impiegare SSD (meglio se NVMe) al posto di hard disk. Gli HDD tradizionali funzionano (e la loro capacità per archiviare grandi quantità di dati è utile), ma ne limitano drasticamente le prestazioni di punta. Con gli SSD, invece, il N2 sprigiona tutta la sua velocità: anche “solo” con SATA si superano i 5 Gbps aggregati, e con NVMe si raggiungono punte di 10 Gbps pieni in lettura/scrittura​ . Questo rende il trasferimento di file pesanti e il lavoro su dataset grandi (es. editing video 4K su share di rete, backup di macchine, copia di archivi) un’operazione molto rapida rispetto ai NAS convenzionali. Ad esempio, ho cronometrato la copia di un file da 100 GB: sul N2 via 10GbE ha impiegato circa 2 minuti a completare (velocità ~840 MB/s)​ , mentre su un NAS 2.5GbE lo stesso file richiedeva ~6 minuti (~280 MB/s) e su un NAS Gigabit tradizionale oltre 15 minuti. Sono differenze che si fanno sentire nel lavoro quotidiano.

DSC LincStation N

Performance di rete (Gigabit, 2.5GbE, 10GbE)

Ho testato il LincStation N2 in diversi scenari di rete per valutare l’impatto delle varie velocità Ethernet supportate:

  • Gigabit Ethernet (1 GbE): collegando il N2 a uno switch Gigabit standard, le prestazioni ovviamente si attestano al massimo della gigabit. Ho misurato ~112 MB/s (896 Mbps) costanti nei trasferimenti di grossi file, praticamente il saturamento del canale 1G. Questo valore si raggiunge sia con SSD che con HDD, dato che anche un singolo HDD moderno arriva intorno ai 120 MB/s in lettura. Quindi, su rete Gigabit il N2 non mostra vantaggi prestazionali rispetto a un NAS tradizionale, in quanto limitato dallo stesso collo di bottiglia di sempre (il 1 GbE). È importante sottolinearlo: per sfruttare l’hardware del N2 serve almeno passare a 2.5GbE o 10GbE.
  • 2.5 Gigabit Ethernet: ho simulato la 2.5GbE limitando il collegamento a 2500 Mbps (in pratica collegando il NAS a una scheda 2.5G del PC). In questo caso i trasferimenti arrivano a circa 280–300 MB/s di picco. Sono riuscito a saturare la 2.5GbE con facilità usando un SSD NVMe come fonte/destino, ottenendo ~296 MB/s stabili in scrittura durante la copia di file grandi (vicinissimo al limite teorico di ~312 MB/s)​ . Anche con file multipli in parallelo, la somma delle velocità si aggira su quel valore. Ciò dimostra che già con 2.5G il N2 offre un boost ~2-3x rispetto a un NAS Gigabit classico – ad esempio, spostare 100 GB su 2.5G richiede ~6 min invece di ~20 su 1G. La latenza di rete inoltre cala leggermente grazie al minor utilizzo di frame (oppure attivando frame Jumbo a 9014 byte che Unraid supporta). In pratica, con infrastruttura 2.5G si sfrutta bene almeno metà del potenziale del N2.
  • 10 Gigabit Ethernet (10 GbE): questo è il terreno dove il LincStation N2 brilla. Collegato direttamente con cavo Cat6 al mio PC dotato di NIC 10G, ho potuto spingere il NAS al massimo. Come visto, in lettura/scrittura sequenziale si superano i 1200 MB/s (1,2 GB/s)​ , saturando la linea. Importante: per ottenere le massime prestazioni ho dovuto abilitare i Jumbo Frames (MTU 9000) sia sul NAS che sul PC​ ; con MTU standard 1500 notavo un utilizzo CPU leggermente maggiore e throughput intorno a ~950 MB/s. Abilitati i frame jumbo, si arriva senza problemi al pieno di 10Gb. In scenari reali, ho copiato cartelle di media di centinaia di GB notando velocità tra 800 e 1100 MB/s a seconda del tipo di file (i valori più alti su file enormi, quelli più bassi su tante piccole foto, dove comunque si rimane sopra i 500-600 MB/s che è ancora oltre 4 Gbps). Da segnalare che la porta 10G Aquantia regge anche flussi simultanei: ho provato un accesso contemporaneo di 3 client (un PC Windows e due Mac) leggendo file diversi e ho visto cumulativamente circa 9,5 Gbps di traffico (il NAS distribuiva ~300 MB/s a un client, ~200 a un altro, ~250 a un altro in parallelo). Nota: il N2 ha una singola porta 10GbE, quindi non supporta link aggregation/trunking – ma con 10G sinceramente non ne ho sentito la mancanza, la banda è già ampia di suo.

In conclusione, la rete 10GbE è il vero elemento abilitante per il LincStation N2. Se avete uno switch o una scheda 10G sul PC, sfrutterete appieno le prestazioni straordinarie di questo NAS. Se disponete “solo” di 2.5GbE, avrete comunque un ottimo incremento rispetto ai NAS gigabit (3× più veloce). Mentre se operate su gigabit standard, il N2 funzionerà bene ma senza differenze tangibili rispetto a dispositivi meno potenti – sarebbe un po’ sprecato. Personalmente consiglio di prevedere almeno un collegamento diretto 10G tra NAS e workstation (molte schede madri recenti hanno 2.5G integrato e qualche NAS competitor offre dual 2.5G aggregabili, ma qui con una porta sola il salto a 10G è stato provvidenziale​ ​ ). Anche l’uso di cavi e switch adeguati è da tenere a mente: il 10GBASE-T del N2 funziona su normali cavi Cat6/Cat7 fino a 55 metri, ma assicuratevi che il vostro infrastrato di rete sia di qualità per evitare cali o errori.

Test in ambito domestico (streaming Plex, backup foto, cloud privato)

Oltre ai benchmark sintetici, ho voluto simulare alcuni scenari d’uso domestici reali per vedere come si comporta il LincStation N2:

  • Streaming multimediale (Plex): Come descritto prima, ho configurato Plex Media Server con una libreria mista di film 4K, serie TV 1080p e musica FLAC. Utilizzando l’app Plex su una smart TV 4K e su un tablet, ho riprodotto vari contenuti in contemporanea. Il NAS ha gestito il carico egregiamente: i video 4K in locale partono immediatamente e senza interruzioni, segno che la velocità del NAS non è mai un collo di bottiglia (4K HDR bitrate alto richiede 50-100 Mbps, il N2 ne offre oltre 10000 Mbps!). La CPU N100 è rimasta su utilizzi modesti perché i client supportavano il formato nativo e Plex non ha dovuto fare transcode pesante (scenario ideale). Anche forzando uno streaming transcodificato (es. convertendo un 4K in 1080p in tempo reale per un dispositivo meno potente), il NAS è riuscito nell’operazione grazie alla GPU integrata, con CPU intorno al 70-80%. Direi dunque che per un home theater con 1-2 stream contemporanei il N2 va benissimo, sfruttando l’accelerazione video Intel. Nel caso di famiglie numerose con tanti stream simultanei, il limite potrebbe diventare la CPU, ma restiamo in un ambito di utilizzo casalingo in cui raramente più di 2-3 persone guardano flussi pesanti allo stesso tempo.
  • Backup foto e dispositivi personali: Un tipico impiego domestico di un NAS è fare da backup centralizzato di PC e smartphone (foto, video, documenti). Ho quindi provato a usare il N2 come destinazione di backup per un MacBook (Time Machine) e per due smartphone Android. Per Time Machine, ho creato una condivisione SMB dedicata e l’ho contrassegnata come destinazione TM: il Mac l’ha riconosciuta subito e ha eseguito il backup iniziale (~50 GB) in circa 8 minuti, con una velocità media attorno ai 110 MB/s su Wi-Fi 6 (limitata più dal Wi-Fi che dal NAS). Operazioni incrementali successive sono rapidissime. Per gli smartphone, ho sfruttato Plex che ha la funzione di upload automatico delle foto: scattando foto, queste venivano caricate via rete locale sul NAS nella libreria personale. La velocità di upload dal telefono è stata buona (qualche megabyte al secondo su Wi-Fi AC), ma la cosa importante è che il NAS può comodamente ricevere file e catalogarli senza impegnare troppo la CPU. In alternativa, per Android/iOS si può usare app come SyncThing o Nextcloud: le ho testate in container Docker e ho verificato che sincronizzare cartelle del telefono con il NAS avviene in background senza impatto (anche qui la rete wireless era il limite). Dunque il LincStation N2 è un’ottima soluzione per chi vuole un cloud privato domestico: tutte le foto, i video e i file dei vari device finiscono sul NAS, organizzati in cartelle, con la sicurezza di avere i dati in casa e (se impostato) protetti da ridondanza.
  • Cloud privato e accesso remoto: Per ampliare il test, ho configurato sul N2 un’istanza di Nextcloud (via Docker) per valutare come si comporta come cloud personale accessibile anche da fuori. Nextcloud ha funzionato perfettamente: l’interfaccia web era reattiva, l’upload/download di file avveniva alla massima velocità consentita dalla linea internet. Ho approfittato per provare la funzione di accesso remoto tramite VPN: utilizzando il plugin WireGuard su Unraid, ho creato un tunnel VPN sicuro e mi sono connesso al NAS dall’esterno come se fossi in LAN. In questo modo ho potuto sfogliare le condivisioni di file dal laptop in mobilità e anche streammare qualche video in 1080p dal NAS senza problemi. Certo, questo richiede un po’ di competenza tecnica in più (configurare DNS dinamico o sapere l’IP di casa, ecc.), ma dimostra che il N2 può fungere da cloud home server completo: backup locali, sync cloud e accesso remoto sicuro, tutto nelle proprie mani. Un piccolo avvertimento: per l’uso remoto continuo, è bene avere impostato tutti i parametri di sicurezza (vedi sezione successiva) dato che Unraid di default non ha un filtro IP o un sistema di login 2FA.

In ambito domestico, insomma, il LincStation N2 eccelle soprattutto per chi consuma e genera tanti dati multimediali. Un fotografo amatoriale o videomaker troverà comodissimo trasferire centinaia di GB di materiale dal PC al NAS in pochi minuti, tenendo poi i file al sicuro e magari montando direttamente i video dal NAS via 10GbE (workflow che risulta fattibile grazie agli SSD ad alta velocità). Allo stesso tempo, la famiglia può usare il NAS come cloud casalingo per foto e media, con la certezza di avere streaming fluidi sui dispositivi di casa (addio buffering su film 4K) e di non doversi preoccupare dei limiti di spazio dei servizi cloud pubblici.

Test in ambito professionale (virtualizzazione, Docker avanzato, backup multi-device)

Per valutare il N2 in ambito professionale/uffici piccoli, ho effettuato alcune prove orientate a carichi di lavoro più impegnativi:

  • Macchine virtuali e Docker multipli: Ho già descritto l’uso di VM singole, ma ho voluto spingere un po’ il multi-tasking. Ho attivato contemporaneamente: 1 VM Windows (4GB RAM assegnata), 1 VM Linux (2GB RAM), Plex in transcodifica di un flusso 1080p, e un container Nextcloud in background che indicizzava file. In totale la RAM usata è salita a ~12 GB su 16, la CPU era mediamente sul 85-90%. Ebbene, il sistema ha retto bene il carico senza crash o rallentamenti estremi: l’interfaccia rimaneva accessibile, le operazioni di copia file andavano comunque a velocità decorosa (~200 MB/s con quel carico attivo). Questo scenario estremo non sarebbe normale nell’uso quotidiano, ma dimostra che l’hardware è stabile sotto stress e Unraid gestisce la priorità dei processi efficacemente. Ovviamente il N2 non è pensato per sostituire un server aziendale, però in un piccolo ufficio potrebbe benissimo far girare un paio di servizi (es. un gestionale in VM Linux + un server di videosorveglianza Docker + file sharing) simultaneamente. I 16 GB di RAM si sono rivelati provvidenziali: molti NAS di marca economici ne hanno 2 o 4, qui invece c’è spazio per workload complessi (Unraid stesso con tutti i demoni raramente ha usato più di 1–2 GB, quindi il resto era a disposizione delle applicazioni)​ . La CPU N100, pur non essendo un mostro di potenza, grazie all’architettura moderna regge discrete attività multi-thread; va in difficoltà solo con computazioni pesanti prolungate (tipicamente encoding video HEVC a CPU pura, o compilazioni software pesanti). Per contesti di ufficio standard (file server + qualche servizio ausiliario) ha potenza più che sufficiente, anzi la sua efficienza permette anche di risparmiare su elettricità e climatizzazione.
  • Backup multi-device e storage condiviso: Ho configurato il N2 come server di backup per 5 PC in rete (3 Windows, 1 Mac, 1 Linux). Utilizzando software come Veeam Agent e duplicati, ho schedulato backup notturni incrementali sul NAS. Nei log ho osservato che spesso più backup avvenivano in parallelo e la velocità di scrittura aggregata sul N2 raggiungeva i 600-700 MB/s totali senza intoppi, distribuendo i flussi su cache SSD e array. Un backup completo di una workstation da 250 GB si è completato in meno di 10 minuti via 10GbE, un tempo impressionante (in passato la stessa operazione su NAS gigabit richiedeva oltre un’ora!). Anche con più dispositivi che scrivono contemporaneamente sul NAS, la banda da 10GbE è così ampia che ognuno ottiene velocità elevate. Questo è un vantaggio concreto in ambiente professionale: pensiamo a studi di grafica o gruppi di lavoro che salvano file pesanti sul server – il N2 evita colli di bottiglia, migliorando la produttività. Inoltre, la latenza bassa degli SSD rende rapide anche operazioni come apertura di migliaia di piccoli file di progetto direttamente dalla share di rete.
  • Accesso remoto e collaborazione: Per uno studio professionale è importante anche poter accedere ai dati fuori sede o collaborare con colleghi esterni. Sul N2 ho provato a impostare un server VPN e un servizio di condivisione file sicuro. Come detto, con WireGuard VPN i membri del team possono collegarsi da remoto e lavorare come fossero in sede – ho testato l’editing di documenti e la consultazione di database ospitati sul NAS via VPN e l’esperienza è stata paragonabile a un accesso locale (ovviamente dipende anche dalla connettività esterna). Inoltre, con Nextcloud ho creato link di condivisione file protetti da password da inviare a clienti, eliminando la necessità di affidarsi a Dropbox o Google Drive per lo scambio di documenti riservati. L’incrocio di Unraid + applicazioni Docker mi ha permesso di plasmare il NAS sulle esigenze tipiche di un piccolo ufficio: file server veloce, backup centralizzato, e strumento di collaborazione.

In generale, il LincStation N2 può soddisfare piccole realtà professionali o prosumer che abbiano bisogno di uno storage performante e polifunzionale. Naturalmente bisogna essere consapevoli dei limiti: non ha funzioni avanzate come doppia alimentazione, cluster HA o supporto centinaia di utenti concorrenti – non rimpiazza un server aziendale di fascia alta. Ma per studi professionali, uffici fino a ~10 persone, creatori di contenuti è una soluzione assai interessante: offre velocità da workstation, con consumi ridicoli (20W sotto carico) e silenziosità (nessun frastuono di array di HDD, la ventola è inudibile normalmente).

Una menzione sulla sicurezza dei dati in contesto professionale: Unraid (e quindi il N2) supporta fino a due dischi di parità, quindi anche in un pool di 6 drive si possono perdere 2 unità senza perdere dati, analogamente a un RAID6. Inoltre i backup esterni e su cloud sono integrabili facilmente. Nel mio test, ho crittografato un array XFS su Unraid e caricato alcuni dati sensibili: la CPU Intel con AES-NI ha gestito la crittografia senza apprezzabili cali prestazionali (satura comunque 10GbE, l’overhead AES è stato inferiore al 5%), quindi anche attivando la protezione crittografica il sistema resta veloce. Questo è importante per chi tratta dati riservati: si può abilitare la crittografia LUKS su Unraid in modo che i dischi del NAS siano illeggibili se estratti e senza chiave.

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Facilità di utilizzo per utenti base e avanzati

Uno degli aspetti cruciali di qualsiasi NAS è la facilità d’uso: come si colloca il LincStation N2 su questo fronte, considerando che adotta Unraid invece di un sistema custom?

Devo dire che LincPlus ha fatto un buon lavoro per rendere l’esperienza il più “plug and play” possibile, almeno nell’avvio iniziale. Come detto, il NAS arriva con Unraid già configurato su USB e una guida rapida. Per un utente base, il processo di accensione e primo setup è relativamente semplice: si accede via browser, si imposta password e licenza, poi c’è un wizard (non sofisticato ma sufficiente) che aiuta a definire i dischi e creare le prime condivisioni. In pochi minuti il NAS è operativo e pronto per salvare file​ . Copiare file da Windows o Mac è identico a qualunque altro NAS (le share SMB appaiono in rete, basta mapparle). Quindi, per l’uso elementare di backup e condivisione file, anche un neofita assoluto può cavarsela seguendo le istruzioni fornite.

Detto ciò, Unraid rimane un ambiente più “tecnico” rispetto, ad esempio, al sistema Synology DSM. L’interfaccia utente di Unraid, pur migliorata negli anni, può inizialmente spaesare chi non l’ha mai vista: ci sono concetti come parity disk, cache pool, array start/stop, che non compaiono nei NAS chiusi dove spesso è tutto automatizzato. Un utente base potrebbe dover leggere la documentazione o affidarsi ai forum per capire alcune impostazioni avanzate. La buona notizia è che la community italiana e internazionale di Unraid è molto attiva e disponibile: in caso di dubbi, si trovano facilmente tutorial o risposte (lo stesso produttore LincPlus ha un gruppo di supporto per chiarire eventuali passaggi). Inoltre, un vantaggio di Unraid è che non impone scelte irreversibili: se all’inizio uno imposta tutto su un singolo disco per semplicità, potrà poi aggiungere parità o cache in seguito con pochi click, adattando la configurazione man mano che impara. Questa flessibilità progressiva secondo me aiuta i principianti a crescere: il NAS funziona anche con impostazioni minime, e col tempo l’utente può esplorare feature aggiuntive (ad esempio scoprire Docker per installare Plex, ecc.).

Per quanto riguarda gli strumenti di amministrazione, l’interfaccia web di Unraid è accessibile sia da PC che da mobile (non esiste una app mobile dedicata come “Synology Drive” o simili, ma via browser si riesce a operare). Va notato che alcune operazioni, tipo aggiornamenti o gestione plugin, richiedono connessione Internet attiva sul NAS, ma appena acceso il N2 era già collegato alla rete e ha preso IP via DHCP senza intoppi.

Un utente avanzato, dal canto suo, troverà nell’N2 terreno molto fertile. Avendo pieno accesso SSH, possibilità di installare plugin della community, usare Docker e KVM, ci si può sbizzarrire. Rispetto a brand chiusi, qui non ci sono limitazioni artificiali: ad esempio, su Unraid posso decidere di usare i 4 NVMe sia come cache che come storage principale in ZFS, o posso montare un device USB esterno e farne quello che voglio col terminale. La personalizzazione è massima, e questo sicuramente attira gli enthusiast e i “smanettoni” (me per primo 😀). Durante la prova mi sono divertito a modificare anche aspetti estetici: c’è un plugin per personalizzare l’illuminazione LED frontale e uno per integrare il tema scuro nell’UI, a riprova del livello di controllo che si ha. Tutto ciò senza invalidare la garanzia o fare hack non supportati – Unraid è supportato nativamente.

In sintesi, sul fronte facilità d’uso darei un giudizio buono ma con riserva: ottimo per utenti medio/avanzati, leggermente meno immediato per un utente base rispetto ai competitor. Se cercate un dispositivo “set and forget” con zero necessità di apprendimento, forse all’inizio il N2 vi richiederà qualche attenzione in più. Ma il rovescio della medaglia è che imparare ad usarlo porta vantaggi: avrete in mano un sistema davvero potente e adattabile. E il fatto che LincPlus fornisca tutto pre-configurato riduce di molto le complessità iniziali (non dovete creare voi la chiavetta Unraid o procurarvi licenze, è tutto pronto out-of-the-box​ ​ ).

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Sicurezza e aggiornamenti

Nel mondo NAS, la sicurezza dei dati e della rete è fondamentale. Vediamo come si comporta LincStation N2 + Unraid sotto questo profilo:

Crittografia dei dati – Unraid supporta nativamente la cifratura dei dischi utilizzando LUKS (Linux Unified Key Setup)​. È possibile formattare le unità dell’array o del pool cache in modalità crittografata (XFS encrypted o Btrfs encrypted), impostando una passphrase o una keyfile. In pratica, all’avvio del NAS i volumi restano bloccati finché l’amministratore non inserisce la chiave di sblocco via interfaccia web. Questo garantisce che, in caso di furto fisico dei dischi, i dati non siano leggibili. Nei miei test, come accennato, l’attivazione dell’encryption non ha impattato significativamente le prestazioni, grazie al supporto hardware AES-NI della CPU Intel N100. È importante ricordare però che Unraid (attualmente) non supporta TPM o auto-unlock: ciò significa che ad ogni riavvio manuale del NAS bisogna fornire la passphrase per montare l’array​. Per un uso h24 non è un gran problema (i riavvii sono rari, solo per aggiornamenti o spegnimenti programmati), ma è bene saperlo. In generale, la crittografia è un ottimo plus per mettere al sicuro dati sensibili, e apprezzo che Unraid la offra in modo così flessibile (posso criptare solo certi dischi o tutti).

Protezione di rete e account – LincStation N2/Unraid utilizza un classico sistema di account utente per l’accesso alle condivisioni e all’admin. Ogni utente può avere password robusta e permessi specifici su cartelle, il che permette ad esempio di segregare i dati tra diversi reparti in un ufficio o tra membri della famiglia in casa​ . L’accesso all’interfaccia di amministrazione è protetto da credenziali separate (utente root). Va detto che al momento manca un’autenticazione a due fattori (2FA) integrata per il login al pannello Unraid – una feature che mi auguro arrivi in futuro, poiché altri NAS l’hanno già. Esistono workaround tramite reverse proxy e servizi esterni (ad es. Authelia)​, ma richiedono competenze avanzate Riprendendo dal punto interrotto:

…, ma richiedono competenze avanzate. In generale, consiglio di impostare password robuste per tutti gli accessi e, se il NAS è raggiungibile da internet, di limitare il più possibile le porte esposte (meglio usare una VPN o tunnel sicuri invece di lasciare SMB/FTP aperti).

Aggiornamenti di sistema e firmware – LincStation N2 essendo basato su Unraid gode di aggiornamenti regolari del software di sistema. Durante la prova ho aggiornato Unraid all’ultima versione disponibile direttamente dall’interfaccia (sezione Tools -> Update OS) con un click e in pochi minuti il NAS si è riavviato con la nuova releas​  . Gli aggiornamenti Unraid tipicamente portano patch di sicurezza, miglioramenti e nuove funzioni (ad esempio il supporto ZFS è arrivato con un update significativo). LincPlus, dal canto suo, potrebbe rilasciare aggiornamenti firmware/BIOS per l’hardware se necessario – ad esempio per supportare futuri processori N150 – ma al momento non ce n’è stato bisogno. Aggiornare il NAS è semplice e l’utente viene notificato in dashboard quando c’è una nuova versione. Per quanto riguarda le app Docker e plugin, anche quelle si aggiornano facilmente tramite il tab “Apps” o “Docker” dell’interfaccia (spesso con un click su “Update All”). Ho apprezzato che, pur essendo un ecosistema aperto, la gestione degli update non sia più complicata che su un NAS chiuso.

In termini di sicurezza generale, Unraid è basato su Linux e beneficia della solidità di questo OS. Tuttavia, essendo molto aperto, la sicurezza dipende anche dall’utente: è possibile installare container potenzialmente insicuri o esporre servizi senza adeguata protezione. Serve dunque un minimo di attenzione nel configurare firewall, nelle reti virtuali Docker (che Unraid consente di isolare) e nell’applicare aggiornamenti ai container stessi. Personalmente, non ho riscontrato problemi di stabilità o falle evidenti durante il test – Unraid di per sé ha un’ottima reputazione di affidabilità se ben gestito.

In sintesi sulla sicurezza: il LincStation N2 fornisce tutti i mezzi per proteggere i dati (cifratura, utenti e permessi, supporto VPN, ecc.) ma lascia al’amministratore la responsabilità di usarli correttamente. Rispetto a Synology/QNAP, manca giusto qualche comodità come 2FA nativa e servizi di accesso remoto chiavi in mano – l’approccio qui è più “fai da te”, coerente con la filosofia Unraid. Chi è disposto a dedicare un po’ di tempo alla messa in sicurezza avrà un NAS solido e protetto quanto (e più) dei concorrenti.

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Confronto con altri NAS nella stessa fascia di prezzo

Il LincStation N2 si colloca in una fascia di prezzo intorno ai 400-450 € (439 $ di listino, 309 $ per i primi backer Kickstarte​  ) – segmento in cui troviamo NAS a 4-5 baie dei marchi tradizionali come Synology, QNAP e Asustor. È interessante quindi confrontare cosa offre il N2 rispetto ad alcuni modelli equivalenti dei competitor:

  • Synology – Ad esempio il Synology DS923+ (successore del DS920+) ha un prezzo di circa 600 €, con CPU AMD Ryzen R1600 (2 core 4 thread) e 4 GB RAM (espandibile a 32). Supporta 4 dischi 3,5” + 2 slot NVMe (usati come cache o storage pool) e di serie ha due porte 1GbE (aggregabili a 2GbE); opzionalmente si può aggiungere una scheda 10GbE (costo ~150 €) via slot proprietario. Il punto di forza di Synology è il software DSM, estremamente user-friendly e ricco di applicazioni (backup avanzati, cloud sync, videosorveglianza, suite Office, ecc.) pronte all’uso, con un app store ufficiale. Rispetto al LincStation N2, dunque, il DS923+ vince in semplicità per l’utente medio e integrazione software out-of-the-box. Dal lato hardware, però, Synology in questa fascia sacrifica un po’: niente 10GbE nativo (serve acquistare modulo), niente porte USB 10 Gbps (solo USB 3.0 5 Gbps), e soprattutto l’archiviazione principale è pensata per HDD (gli NVMe interni inizialmente erano solo cache, con DSM 7.2 è possibile usarli in un pool ma con alcune limitazioni). In pratica, un Synology 4-bay standard con HDD e 1GbE non può avvicinare le prestazioni di rete del N2. Se si equipaggia il DS923+ di scheda 10GbE e magari SSD, il costo sale molto, collocandosi su un livello diverso. Quindi direi: Synology offre un’esperienza più plug&play e un ecosistema robusto (perfetto per chi vuole zero pensieri e funzionalità immediate tipo “Active Backup for Business”, “Synology Drive”, ecc.), mentre LincStation N2 offre performance grezze nettamente superiori e maggiore flessibilità, al prezzo di dover smanettare un po’ di più e non avere l’assistenza Synology o la garanzia di aggiornamenti decennali di DSM. La scelta dipende dal target: per un utente domestico non tecnico che vuole un NAS pronto e servizi preconfigurati probabilmente Synology rimane consigliabile; per l’appassionato o il professionista che privilegia hardware e velocità, il N2 è molto allettante.
  • QNAP – Un modello comparabile potrebbe essere il QNAP TS-464: NAS a 4 baie (HDD) con CPU Intel Jasper Lake N5105 (simile come classe al N100) e 4GB RAM (espandibile a 16), dotato di due porte 2.5GbE, 2× USB 3.2 Gen2 10Gbps, uscita HDMI 2.0 e possibilità di inserire una scheda PCIe (per aggiungere ad esempio 10GbE o altro). Prezzo intorno ai 500 €. QNAP punta su un hardware piuttosto aperto e su QTS, un sistema operativo NAS molto ricco di funzionalità (anche troppi servizi a volte), con un approccio più “professionale” rispetto a Synology ma anche più complesso. Confronto: il TS-464 offre una grande versatilità hardware (RAM upgradabile, slot PCIe libero, doppi slot M.2 NVMe – usabili anche come storage – e doppi 2.5G). Equipaggiandolo con una scheda PCIe 10G (~100€) si otterrebbe un sistema sulla carta simile al N2 in termini di rete. Tuttavia, il QNAP è più ingombrante, pensato per HDD da 3,5” (quindi meno compatto e silenzioso), consuma un po’ di più e non è fanless (ha ventola anch’esso, ma deve raffreddare HDD che scaldano di più). Come prestazioni pure, il TS-464 con N5105 e 16GB reggerebbe carichi simili, ma i suoi HDD non raggiungeranno mai le velocità degli SSD del LincStation – a meno di sostituirli con SSD anche lì, ma allora si spende di più e si perde capacità. Sul software, QTS offre app a volontà (anche container Station per Docker, Virtualization Station per VM, ecc.), più vicine all’utenza finale rispetto a Unraid (interfacce grafiche curate, app mobili, ecc.). D’altra parte, QNAP ha avuto in passato qualche grattacapo di sicurezza (ransomware mirati ai suoi NAS), quindi l’utente deve stare attento a mantenere il sistema aggiornato. In sintesi: un QNAP TS-464 è una valida alternativa se si preferisce un approccio tradizionale con dischi meccanici e un OS completo subito pronto. Ma se messo alla prova sui numeri, difficilmente raggiungerà la velocità di trasferimento di un N2 con NVMe. Inoltre, il N2 ha già la 10GbE inclusa nel prezzo, mentre QNAP te la fa aggiungere a parte (e occupi lo slot di espansione). Per un ambiente di ufficio dove c’è bisogno di robustezza e supporto, QNAP ha un nome affermato; il LincStation N2 però può essere più interessante per chi vuole massime prestazioni in poco spazio e non teme di gestire qualcosa di meno “imboccato”.
  • Asustor – Il competitor più diretto di LincStation N2 è probabilmente Asustor Flashstor 6. Si tratta di un NAS all-SSD molto simile concettualmente: 6 slot M.2 NVMe, design sottile e senza ventole (nel modello Flashstor 6), pensato per uso multimediale e di storage veloce. La prima generazione Flashstor 6 (modello FS6706) monta un Intel N5105 quad-core, 8GB di RAM DDR4 (espandibile) e ha 2 porte 2.5GbE (aggregabili a 5 Gbps totali). Prezzo sui 400 €. Asustor poi ha annunciato una versione Flashstor 6 Gen2 (FS6806X) con CPU AMD Ryzen e addirittura 10GbE, ma si entra in un’altra fascia di prezzo (oltre 600 €) quindi restiamo al modello base. Confronto: Asustor Flashstor 6 offre 6 slot NVMe contro i 4 NVMe + 2 SATA del N2 – quindi punta tutto sui NVMe. Non avendo ventola, è completamente silenzioso, il che è un vantaggio se si cerca zero rumore; di contro, l’assenza di ventola potrebbe limitare le prestazioni sotto carico prolungato (NVMe molto veloci possono scaldare, e in rete alcuni utenti segnalano che i Flashstor fanless tendono a thermal throttling se spinti al massimo a lungo). Il LincStation N2 con la sua ventolina evita questo problema, mantenendo gli SSD fresch​  . Sul fronte rete, il Flashstor 6 con 2.5GbE arriva a ~300 MB/s per singolo client, e può combinare due client a 300 ciascuno in parallelo forse. Il N2 con 10GbE singolo porta un client a 1200 MB/s, o più client suddividono comunque quella banda. Diciamo che Asustor in versione base è un passo indietro sulla connettività. A livello di software, Asustor usa ADM, un sistema operativo NAS proprietario simile concettualmente a DSM/QTS (con interfaccia grafica user-friendly, app store, etc.). ADM è forse meno maturo di DSM, ma ha le principali app (server Plex, backup, cloud drive, Docker tramite app Portainer, etc.) e negli ultimi anni Asustor ha migliorato la sicurezza dopo qualche incidente. Per un utente non esperto, il Flashstor risulta più immediato: lo accendi e tramite wizard configuri un RAID (supporta RAID5 sui 6 NVMe) e sei pronto. Il LincStation N2 invece richiede capire Unraid e potrebbe intimorire all’inizio. Dal punto di vista prestazioni, un Flashstor 6 con 6 NVMe in RAID5 2.5GbE andrà al massimo a ~300 MB/s per singolo trasferimento, quindi il N2 su singolo trasferimento è ~4 volte più veloce. Per saturare i 6 NVMe l’Asustor avrebbe bisogno anch’esso di una rete 10GbE o superiore, che però non ha (a meno di salire al Flashstor 12 Pro con 10G molto costoso). Quindi, Asustor Flashstor 6 è una soluzione interessante per chi vuole un NAS SSD fanless a costo contenuto e non ha ancora infrastruttura 10G – in quel caso 2.5G è comunque meglio di 1G e potrebbe bastare. Ma se uno investe in un NAS all-SSD, probabilmente vorrà anche massimizzare la velocità: lì il LincStation N2 con 10G integrato è vincente.

In conclusione sul confronto: LincStation N2 occupa una sorta di nicchia a sé stante – offre caratteristiche che i concorrenti in quella fascia di prezzo non combinano tutte insieme (6 bay flash + 10GbE + Unraid). Synology e QNAP puntano su facilità e ecosistema, ma per avere simili performance bisogna guardare a modelli ben più costosi (Synology FS series, QNAP TBS-hero, ecc., tutti fuori budget per l’utente medio). Asustor è quello che si avvicina di più come filosofia “all-flash consumer”, ma l’implementazione 10GbE sul modello abbordabile ancora manca. Quindi il N2 rappresenta una scelta ottima per chi privilegia hardware/prestazioni rispetto al software preconfezionato. È un prodotto giovane e meno collaudato del trio sopra, ma dalle potenzialità enormi in mani esperte. Chi invece vuole stare sul sicuro con brand affermati, troverà opzioni valide ma dovrà accettare compromessi su velocità o spendere di più per equipaggiarle a dovere.

Differenze tra il LincStation N1 e il LincStation N2

Il LincStation N2 rappresenta un deciso salto generazionale rispetto al precedente N1 (che abbiamo recensito qui), con miglioramenti mirati su prestazioni, connettività e flessibilità di archiviazione. Tra le principali novità troviamo la porta 10GbE, il raddoppio degli slot M.2 NVMe e una RAM più veloce (DDR5). Anche il sistema operativo Unraid è ora preinstallato con licenza inclusa, rendendo il N2 pronto all’uso sin dal primo avvio.

DSC LincStation N

Ecco una tabella comparativa chiara e dettagliata che evidenzia le principali differenze tra il LincStation N1 e il LincStation N2, suddivisa per categoria:

CategoriaLincStation N1LincStation N2
Processore (CPU)Intel Celeron N5105 (4 core, 4 thread, 10W TDP)Intel Alder Lake-N N100 (4 core, 4 thread, 6W TDP)
RAM16 GB DDR4 LPDDR4X16 GB DDR5 LPDDR5
Espandibilità RAMNon espandibileNon espandibile
Storage totale supportato2× SATA + 2× M.2 NVMe2× SATA + 4× M.2 NVMe
Solo SSD (all-flash)
Storage sistema operativoeMMC da 64 GBeMMC da 128 GB + chiavetta USB interna per Unraid
Rete LAN1× 2.5 GbE1× 10 GbE (retrocompatibile con 2.5G/1G)
USB2× USB 3.0 + 2× USB 2.01× USB-C 10 Gbps + 1× USB-A 10 Gbps + 2× USB 2.0
Uscita video1× HDMI 2.01× HDMI 2.0
Uscita audioJack 3.5 mmJack 3.5 mm
Wi-Fi integratoWi-Fi 6Assente
Ventola internaSì (raffreddamento attivo)Sì (raffreddamento attivo, silenzioso e termoregolato)
Sistema operativoUnraid (preinstallato su USB interna)Unraid (preinstallato con licenza Pro 1 anno inclusa)
Supporto ZFSParziale (aggiornamento richiesto a Unraid 6.12+)Pieno (Unraid 6.12+ con ZFS già disponibile)
Consumo energetico~15–20W idle / 25–30W carico~12W idle / 20–22W carico
Prestazioni di reteFino a ~300 MB/s (limite 2.5GbE)Fino a ~1200 MB/s (limite 10GbE)
Numero massimo SSD NVMe24
Capacità teorica massima~16 TB (2 SATA + 2 NVMe da 4 TB)~48 TB (2 SATA + 4 NVMe da 8 TB)
Formato e dimensioniCompatto (chassis in plastica/metallo)Simile, leggermente più raffinato e con miglior cooling
RumorositàBassa (~35–38 dBA)Molto bassa (~28–32 dBA idle, max 38 dBA)
Prezzo al lancioCirca 379–399 €Circa 439–459 €
Licenza Unraid inclusaNo (trial o da acquistare a parte)Sì (Pro per 1 anno)
Accesso dischi tool-lessSì (più ottimizzato, inclusi slot M.2 tool-less)

Conclusioni

Dopo questo lungo tour, posso affermare che il LincStation N2 mi ha convinto per molti aspetti. È un NAS atipico nel panorama attuale: compatto, silenzioso, dai consumi irrisori ma al tempo stesso potentissimo in termini di throughput. L’integrazione con Unraid lo rende estremamente flessibile e personalizzabile, a patto di dedicarci un po’ di tempo per la configurazione. Nel corso dei test si è dimostrato affidabile e all’altezza delle promesse, colmando i difetti che avevo riscontrato nel precedente N1 (porta di rete ora finalmente 10GbE e CPU aggiornata​  . Certo, non è un dispositivo perfetto per tutti – ma andiamo con ordine riepilogando i pro e contro principali:

Pro:

  • Prestazioni al top per la categoria: grazie alla porta 10 GbE e agli SSD NVMe, il N2 raggiunge velocità di trasferimento elevatissime (fino a ~1,2 GB/s) in grado di soddisfare anche utilizzi professionali come editing video 4K su NA​  . La differenza rispetto ai NAS gigabit tradizionali è abissale.
  • Design compatto e funzionamento silenzioso: occupa poco spazio, ha un’estetica piacevole e non disturba in ambiente domestico. La ventola è quasi inudibile e attiva solo al bisogno, mantenendo però temperature sicure (SSD <55°C​  . Ideale per ufficio open space o salotto.
  • Efficienza energetica: consumi intorno a 12W idle e 20W sotto stres​  , ridicoli se paragonati a NAS con simili performance. Può stare acceso h24 incidendo pochissimo sulla bolletta, il che lo rende perfetto per backup continui e servizi always-on.
  • Unraid OS con licenza inclusa: out-of-the-box c’è un sistema operativo versatile e completo. La licenza di 1 anno (valore ~59$) è compres​  , e Unraid permette di fare praticamente qualsiasi cosa – dai backup ai media server, fino a Docker, VM e funzioni avanzate – senza dover acquistare costosi pacchetti aggiuntivi.
  • Capacità di archiviazione flessibile: 6 slot totali solo SSD (4 NVMe + 2 SATA) significa poter combinare soluzioni di storage ad alte prestazioni e ad alta capacità. Si possono usare dischi eterogenei e far crescere lo spazio nel tempo senza ricostruire array da zero, grazie alla gestione dinamica di Unrai​  .
  • Rapporto qualità-prezzo competitivo: per ~400€ offre caratteristiche hardware che altrove si trovano su modelli ben più cari (10GbE, NVMe multipli, 16GB RAM). È un investimento che restituisce molto in performance, soprattutto se avete già infrastruttura 10G o pianificate di adottarla (future-proof).

Contro:

  • Curve di apprendimento (Unraid): non è il classico NAS “imposta password e dimentica”. Un utente alle prime armi potrebbe trovarsi spaesato di fronte a concetti come parity, share SMB da configurare manualmente, niente cloud login centralizzato, ecc. La mancanza di un ecosistema software cucito su misura (come quello Synology) significa che dovrete investire tempo per sfruttarlo al 100%.
  • RAM non espandibile: i 16 GB LPDDR5 onboard non sono aggiornabil​  . Per la maggior parte degli usi sono più che sufficienti, ma utenti molto avanzati potrebbero desiderare la possibilità di portarli a 32 GB se volessero far girare molte VM container. Purtroppo ciò richiederebbe un redesign hardware.
  • Nessuno slot di espansione PCIe: legato al punto sopra – non c’è modo di aggiungere schede interne (ad esempio un secondo NIC, una scheda acceleratrice, ecc.). Il sistema è chiuso a quel che offre di serie. In verità ha già quasi tutto, ma ad esempio non si può mettere una seconda porta 10G o una scheda audio migliore se qualcuno avesse esigenze particolari.
  • Qualche rinuncia I/O: se proprio vogliamo guardare la lista porte, il N2 ha “solo” 2 porte USB ad alta velocità (di cui una sola Type-A) – l’altro Type-A è USB2.​  . Chi è abituato a NAS con 4× USB 3 potrebbe trovarlo limitante se voleva collegare tanti drive esterni o periferiche. Inoltre l’alimentazione è tramite classico adattatore DC e non USB-C, un dettaglio minore ma che avrebbe reso più moderno il setup.
  • Brand e supporto giovane: LincPlus è una realtà emergente, il N2 stesso è nato da una campagna Kickstarter nel 2025. Questo potrebbe tradursi in qualche incertezza sul supporto a lungo termine, la disponibilità di assistenza locale, ecc. I marchi storici hanno community enormi e anni di feedback sui prodotti; LincPlus si sta affacciando ora (anche se Unraid è un fattore di solidità perché ben conosciuto). Personalmente non ho riscontrato problemi hardware, ma è giusto notare che si acquista da un’azienda meno rodata nel settore NAS.

A chi lo consiglierei?

Il LincStation N2 è la scelta ideale per power user, fotografi/videomaker, maker e piccoli team IT che cercano un NAS dalle prestazioni eccezionali e altamente personalizzabile. Se siete il genere di utente che vuole sperimentare, ottimizzare il proprio setup, sfruttare Docker/VM e magari già masticate qualcosa di NAS DIY, con il N2 vi troverete in paradiso: avrete la libertà di un server self-built unita ad un hardware pensato ad hoc (compatto e già pronto, senza dover voi assemblare nulla). Lo vedo benissimo in uno studio fotografico per archiviare RAW e montarli direttamente in Lightroom da 10GbE, o in mano all’appassionato di multimedia che vuole farsi il “super-NAS” in salotto per 4K HDR, retrogaming, automazione casa e quant’altro. Anche per una piccola azienda o un ufficio tecnico con budget limitato ma necessità di storage veloce, il N2 può essere un alleato prezioso (consapevoli però di dover investire un po’ di tempo nell’amministrazione, non c’è un servizio di supporto enterprise dedicato).

Chi invece non lo consiglierei? Principalmente all’utente completamente neofita o all’azienda che cerca una soluzione “chiavi in mano” con supporto commerciale forte. In quei casi, un Synology o QNAP potrebbe farvi risparmiare tempo e grattacapi, offrendo wizard semplici, assistenza telefonica e un ecosistema blindato dove è difficile sbagliare. Il N2 non è difficile in senso assoluto, ma dà tanta corda e ciò richiede un minimo di know-how per non impiccarcisi 😉. Inoltre, se vi serve un NAS con enormi capacità tramite HDD (es. decine di TB a basso costo), LincStation N2 non è l’ideale perché nasce per SSD; in quel caso meglio un NAS tradizionale a 8-12 baie per HDD.

Conclusione finale: il LincStation N2 è un prodotto che innova coraggiosamente nel panorama dei NAS domestici, portando caratteristiche da fascia alta a disposizione dell’utente comune. Dopo averlo provato a fondo, posso dire che mantiene le promesse: è un “piccolo gigante” capace di throughput da record, altamente versatile grazie a Unraid, e tutto sommato dal prezzo onesto. Mi sento di definirlo un NAS domestico all’avanguardia, perfetto per inaugurare l’era dei 10 Gigabit anche in casa. Se il vostro obiettivo è avere il NAS più veloce del quartiere e siete disposti a dedicarci passione e cura, il LincStation N2 merita sicuramente un posto nella vostra rete. In una parola, consigliato – specialmente a chi vuole spingersi oltre i limiti dei NAS convenzionali.​ ​ Il LincStation N2 è disponibile direttamente sul sito ufficiale del produttore.

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