Fino a pochi mesi fa, la funzione di “Verifica dell’identità”, era una prerogativa dei dispositivi Pixel e dei modelli Samsung Galaxy più recenti. Ma con l’arrivo di Android 16 essa è pronta ad allargare i propri orizzonti. La nuova versione del sistema operativo targato Google segna infatti un passo importante verso una maggiore democratizzazione della sicurezza.
OnePlus anticipa gli altri: Android 16 e il nuovo standard di sicurezza
La svolta è emersa in modo concreto grazie a OnePlus. La Beta 2 di Android 16 installata su un OnePlus13 ha svelato la presenza attiva di questa funzione, fino ad ora limitata a un ristretto numero di dispositivi. Anche se non c’è ancora una conferma ufficiale da parte del produttore, il ritrovamento nella versione in anteprima è un segnale chiaro. Ovvero che la funzionalità è pronta a sbarcare su una serie ben più ampia di smartphone.
La “Verifica dell’identità” però non è una semplice opzione tra le tante. Anzi, si tratta di una misura pensata per difendere l’utente in caso di furto o accesso sospetto. Quando è attivata essa richiede l’autenticazione biometrica, tramite impronta o riconoscimento facciale, per autorizzare modifiche sensibili. Come ad esempio la gestione delle password, la disattivazione di “Trova il mio dispositivo” o il cambio delle credenziali di sblocco. Il sistema si attiva automaticamente quando il telefono viene utilizzato lontano dai luoghi considerati affidabili.
Insomma, il primo dispositivo non appartenente all’universo Google o Samsung a integrare la funzione è quindi, per ora, il OnePlus 13. Un debutto che apre la strada a un’integrazione più ampia, anche se non automatica. Infatti la funzione non sarà attivata di default, ma potrà essere abilitata seguendo un preciso percorso all’interno delle impostazioni. Con l’apertura a più brand e modelli, Android 16 lancia così un messaggio forte, cioè che la sicurezza è una priorità fondamentale che non va in alcun modo trascurata.