Il cuore della nuova GPU non cambia molto. NVIDIA ha infatti mantenuto lo stesso nodo produttivo della precedente generazione. Ciò che cambia però è l’attenzione verso aree specifiche. Come ad esempio il supporto all’intelligenza artificiale, il ray tracing e soprattutto la memoria. Il passaggio alle nuove GDDR7 dovrebbe aver contribuito al miglioramento generale delle prestazioni, ma i test di Geekbench, focalizzati sul rendering tradizionale, non riescono a evidenziare il vero potenziale della scheda, specialmente in termini di AI.
Secondo le informazioni emerse, la versione testata sarebbe dotata di ben 16GB di VRAM. Si vocifera però che NVIDIA possa lanciare anche una seconda versione, più economica, con soli 8GB. Una strategia già vista nella generazione precedente. I punteggi rilevati, pari a 146.234 su OpenCL e 140.147 su Vulkan, confermano comunque un salto rispetto ai circa 122.000 punti della 4060 Ti. Le prove sono state condotte su una configurazione di alto livello, con un processore Ryzen 7 9800X3D e 32GB di RAM DDR5 a 6000 MT/s.
Al di là dei numeri, il vero punto di forza della nuova RTX sembra essere nelle tecnologie che non compaiono nei benchmark. I nuovi core dedicati all’intelligenza artificiale permetteranno infatti la generazione di più frame a partire da uno solo, tramite la Multi-Frame Generation. È una funzione che potrebbe rivoluzionare l’esperienza di gioco, migliorando fluidità e reattività. Resta però un’incognita fondamentale, il prezzo. Con i precedenti lanci della serie RTX 50, la distanza tra prezzo promesso e quello reale è stata spesso ampia. In più anche la disponibilità sul mercato potrebbe giocare un ruolo decisivo.