Il 21 novembre 2023 entravano in vigore le linee guida AGCOM per la protezione dei minori sul web, imponendo agli operatori telefonici di offrire gratuitamente sistemi di parental control per filtrare contenuti inappropriati. Nonostante una campagna informativa avviata già da novembre, Kena – marchio controllato da TIM – è stata diffidata nell’aprile 2024 per il mancato rispetto degli obblighi sulla pre-attivazione del parental control nelle SIM intestate o riservate a minori. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha reso noto solo recentemente il provvedimento, evidenziando criticità legate all’attuazione delle misure richieste.
Kena e Tim risolvono i problemi sul parental control
Secondo AGCOM, Kena non aveva attivato automaticamente i filtri previsti entro i termini di legge e le comunicazioni ai clienti, come SMS e guide, non risultavano sufficienti. Inoltre, la mancata identificazione dei numeri dei genitori o tutori legali ha portato l’operatore a inviare direttamente ai minori SMS contenenti istruzioni per l’attivazione del servizio. Ciò ha sollevato ulteriori dubbi sull’efficacia delle azioni intraprese.
Convocata dall’Autorità nel febbraio 2024, Kena ha spiegato di aver avviato iniziative per agevolare l’uso del parental control, come l’invio di notifiche e l’introduzione di un’app dedicata. Tuttavia, le misure tecniche adottate non hanno impedito la diffida, con l’imposizione di completare l’attivazione dei filtri entro 60 giorni e di comunicare i progressi entro 15 giorni. Nonostante le iniziali difficoltà, TIM e Kena hanno lavorato per adeguarsi alle richieste.
Il procedimento si è concluso nell’estate 2024 senza sanzioni, poiché l’operatore ha rispettato pienamente gli obblighi normativi, collaborando con AGCOM per risolvere le criticità emerse. Da allora, il servizio di controllo parentale è stato implementato e migliorato, con nuove procedure per coinvolgere attivamente i genitori.
Casi analoghi hanno interessato altri operatori, come Iliad e ho., a conferma di un monitoraggio esteso del settore. La pubblicazione tardiva del provvedimento AGCOM ha riacceso l’attenzione su una questione ormai risolta, dimostrando l’impegno complessivo degli operatori nel garantire la tutela dei minori sul web.