sabato, Aprile 19, 2025

Ziapin2, una speranza per chi soffre di degenerazione retinica

Ziapin2 è una molecola innovativa che potrebbe rivoluzionare il trattamento delle malattie degenerative della retina, recuperando la vista.

Una scoperta tutta italiana, Ziapin2, potrebbe rivoluzionare il trattamento di malattie degenerative della retina come la retinite pigmentosa e la degenerazione maculare legata all’età. Questa molecola innovativa, sviluppata dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), insieme all’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e al Politecnico di Milano, e sostenuta dalla Fondazione Telethon, rappresenta una speranza concreta per milioni di persone. La ricerca è stata recentemente pubblicata su Nature Communications.

 

Ziapin2, la molecola rivoluzionaria

Le malattie della retina, come la retinite pigmentosa – che colpisce circa 1 persona su 3.500 – e la degenerazione maculare legata all’età, che interessa circa il 7-8% della popolazione anziana, portano alla perdita progressiva della vista. Finora, le protesi retiniche avevano offerto risultati limitati. Ziapin2, invece, si presenta come un’alternativa più promettente, grazie a una tecnologia che si basa su anni di ricerca.

Ma come funziona questa molecola? Ziapin2 è stata sintetizzata per la prima volta nel 2020 dai ricercatori Chiara Bertarelli, Guglielmo Lanzani e Fabio Benfenati. Il suo meccanismo è unico: agisce come un fototrasduttore, cioè assorbe la luce e la trasforma in segnali elettrici, stimolando i neuroni della retina degenerata. A differenza di altre terapie, non altera i normali processi neurochimici, ma si integra in modo naturale nell’attività dei neuroni.

Fabio Benfenati, uno dei coordinatori dello studio, spiega: “Abbiamo dimostrato che Ziapin2 può rigenerare il naturale antagonismo tra i neuroni retinici on e off, essenziale per una visione chiara e naturale.” I test preclinici su modelli di retinite pigmentosa hanno dato risultati incredibili: una singola iniezione intraoculare della molecola ha riattivato la risposta alla luce per almeno due settimane, senza effetti collaterali tossici o infiammatori.

Questo approccio potrebbe aprire nuove strade non solo per il recupero della vista, ma anche per il trattamento di altre patologie neurodegenerative. Come ha sottolineato Stefano Di Marco, ora docente all’Università di Genova, “Ziapin2 potrebbe davvero rappresentare un punto di svolta.”

Anche se ci sono ancora passi da fare prima che diventi una terapia clinica, Ziapin2 offre una prospettiva entusiasmante. Non è l’unica novità nel campo: di recente, un trattamento con cellule staminali ha permesso di restituire la vista a pazienti con gravi problemi visivi. Sembra proprio che il futuro della medicina rigenerativa sia più luminoso che mai!

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