La transizione ecologica è un obiettivo centrale nelle politiche dell’UE. Tra i settori coinvolti c’è quello automotive. A tal proposito, l’obiettivo dichiarato è di eliminare i veicoli con motore a combustione interna. Ciò entro il 2035. Tale traguardo è parte del Green Deal. Un piano importante che intende ridurre le emissioni. L’applicazione di tali misure sta generando però tensioni crescenti. L’UE intende multare tutti i costruttori che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati per il 2025.
L’Europa continua a combattere le emissioni
I produttori europei vedono nelle normative UE un’ulteriore fonte di pressione. Le aziende cinesi stanno rapidamente guadagnando terreno. Erodendo così quote di mercato. In tale contesto, l’obbligo di rispettare severi limiti alle emissioni entro il 2025 si traduce in un ulteriore ostacolo. In tal modo si alimentano timori per la sostenibilità economica e occupazionale del settore.
Wopke Hoekstra, Commissario europeo per l’azione per il clima, ha recentemente riconosciuto tali difficoltà. Ha ammesso che l’approccio dell’UE potrebbe essere stato “troppo unidimensionale”. Pur riaffermando l’obiettivo del 2035 come imprescindibile, Hoekstra ha sottolineato la necessità di adottare una visione più bilanciata. Quest’ultima deve tenere conto delle conseguenze industriali e sociali delle politiche climatiche. Il commissario ha mostrato apertura al dialogo con i produttori. Senza però derogare agli impegni presi nel quadro del Green Deal.
Tale posizione riflette un tentativo di mediazione. Da un lato, l’UE vuole salvaguardare la competitività dell’industria europea. Dall’altro non può permettersi di rinunciare alla sua leadership nella lotta al cambiamento climatico. Il nodo principale riguarda la capacità delle imprese di adattarsi alle nuove regole. Alcune case automobilistiche sostengono l’importanza di mantenere invariati gli obiettivi per ridurre le continue emissioni. Mentre altre si trovano in ritardo e chiedono maggiore flessibilità.
Il futuro del settore dipenderà dalla capacità di trovare un nuovo equilibrio. Quest’ultimo dovrà comprendere innovazione, sostenibilità e tutela del lavoro. Solo una strategia integrata potrà garantire un futuro ottimale per l’automotive europeo.