
DJI
DJI, il principale produttore mondiale di droni, ha deciso di rimuovere il sistema di geofencing per i suoi dispositivi negli Stati Uniti. Questa mossa elimina le restrizioni automatiche che impedivano ai droni di volare in aree sensibili, come aeroporti, basi militari e altri spazi protetti. La decisione ha suscitato sia entusiasmo tra i piloti, sia preoccupazioni da parte delle autorità.
Cosa cambia con la rimozione del geofencing
In precedenza, i droni DJI includevano un sistema di geofencing integrato che utilizzava il GPS per impedire il volo in zone no-fly, come la Casa Bianca o le aree vicine agli aeroporti. Con questa modifica:
- I piloti avranno pieno controllo sul luogo di volo, senza blocchi automatici.
- Sarà possibile volare in aree sensibili, a condizione di rispettare le normative locali e federali.
- Gli utenti non dovranno più richiedere sblocchi manuali a DJI per operare in determinate zone, semplificando l’uso professionale e amatoriale dei droni.
DJI ha giustificato la scelta come una risposta alle richieste degli utenti, in particolare professionisti e operatori industriali, che lamentavano difficoltà nell’utilizzo dei droni in aree legittimamente autorizzate ma bloccate dal sistema di geofencing.
Tra i benefici principali:
- Maggiore flessibilità per i piloti professionisti, ad esempio nei settori della fotografia, della costruzione e della sorveglianza.
- Riduzione dei tempi burocratici necessari per sbloccare i droni in zone no-fly autorizzate.
Tuttavia, la decisione aumenta la responsabilità degli utenti, che dovranno assicurarsi di rispettare le leggi e ottenere i permessi necessari per operare in aree sensibili. La rimozione del geofencing ha suscitato reazioni contrastanti, in particolare da parte delle autorità statunitensi, che temono un aumento dei voli non autorizzati o pericolosi. Alcuni esperti di sicurezza sottolineano che:
- Il geofencing era uno strumento utile per prevenire intrusioni in aree sensibili.
- La rimozione potrebbe rendere più difficile controllare i voli non autorizzati, aumentando il rischio di incidenti o usi impropri.
DJI ha risposto affermando che continuerà a fornire agli utenti informazioni sulle normative locali tramite l’app di controllo del drone, ma ha ribadito che la responsabilità del rispetto delle leggi ricade interamente sui piloti.
Con questa decisione, DJI punta a semplificare l’utilizzo dei suoi droni per un’utenza più ampia, ma il dibattito sulla sicurezza e sulla regolamentazione del volo dei droni rimane aperto. Resta da vedere come le autorità statunitensi reagiranno e se altri produttori seguiranno l’esempio di DJI.