In una prospettiva di società più sostenibile, sono sempre di più i progetti che mirano alla creazione di parchi energetici che includono impianti solari ed eolici. Una soluzione che molti Stati decidono di adottare al fine di offrire ai cittadini e alle industrie energia green e, di conseguenza, di evitare un incremento dell’inquinamento atmosferico. Se da una parte, però, i progetti di parchi energetici puntano ad aumentare, dall’altra sembrerebbe che questi siano diventati un problema per i telescopi e, dunque, per le osservazioni.
E’ il caso del Very Large Telescope (VLT) dell’Osservatorio Europeo Australe (Cile) che adesso si trova sotto la pericolosa minaccia di un progetto che prevede la costruzione del parco energetico INNA Renewables Park. Scopriamo insieme nel corso di questo nuovo articolo tutti i dettagli in merito.
Parchi energetici: minaccia per le osservazioni
La realizzazione del parco energetico INNA Renewables Park, che include impianti solari, eolici e produzione di idrogeno, potrebbe presto diventare una minaccia per il Very Large Telescope dell’Osservatorio Europeo Australe.
Secondo quanto diffuso, la causa sarebbe direttamente collegata alla vicinanza tra le due realtà. Gli astronomi dell’ESO hanno fatto sapere che la vicinanza del parco al VLT e all’Extremely Large Telescope rappresenta un problema. Non a caso, infatti, le stime effettuate parlano di un inquinamento luminoso superiore al 10%, rispetto al livello attuale.
A tal proposito anche il direttore generale dell’ESO, Xavier Barcons, ha voluto esprimere la propria preoccupazione e quella dell’intera comunità scientifica. Secondo Barcons, infatti, nonostante l’aumento del 10% della luminosità del cielo possa sembrare poco, avrebbe invece un impatto significativo sulle osservazioni. La conseguenza, secondo quanto affermato, potrebbe equivalere alla perdita di capacità di osservare fino al 30% delle galassie più deboli attualmente visibili.
E’ importante ribadire che l’ESO non ha mostrato la propria contrarierà alla costruzione del parco energetico ma chiede che venga spostato. Spostare il complesso a 50 km di distanza potrebbe risolvere il problema. Non ci resta che attendere ulteriori aggiornamenti in merito.