venerdì, Aprile 11, 2025

Apple dice di non aver mai venduti i dati di Siri: ma è davvero così?

di Felice Galluccio
Apple dice di non aver mai venduti i dati di Siri: ma è davvero così?

Anche quando sei un colosso come Apple, le grane non mancano mai. L’azienda di Cupertino si sta ritrovando al centro di un dibattito molto acceso che riguarda la privacy. Tutto proviene dal risarcimento che Apple dovrà agli utenti che avevano avviato una class action per alcune violazioni di Siri. Il celebre assistente vocale infatti avrebbe registrato delle conversazioni senza consenso, condividendole.

Dal suo canto, Apple ha negato ogni accusa. L’azienda dichiara infatti di non aver mai venduto i dati raccolti tramite Siri né di averli utilizzati per creare profili di marketing. È stato un comunicato ufficiale a chiarire la situazione, spiegando che alcuni comandi vocali richiedono l’elaborazione sui server, ma senza memorizzare le registrazioni vocali. Tutto cambierebbe solo nel caso in cui l’utente non abbia esplicitamente dato il consenso attivando l’opzione per migliorare l’assistente.

Apple e l’accordo per risarcire gli utenti che hanno accusato Siri

Nel caso in cui tutto dovesse essere approvato, gli utenti che hanno acquistato dispositivi Apple abilitati a Siri tra il 17 settembre 2014 e il 2023, potranno ricevere una cifra fino a 20 dollari per dispositivo, con un massimo di cinque dispositivi a persona. Non tutti gli utenti prenderanno parte alla questione richiedendo un risarcimento ma nel frattempo pesa l’azione degli avvocati. Questi infatti stanno provando ad ottenere un grosso compenso con parcelle da oltre 30 milioni di dollari.

Apple si è sempre presentata come un’azienda attenta alla privacy degli utenti, ma questo caso solleva interrogativi sulla reale trasparenza nella gestione dei dati. Sebbene la società abbia chiarito che Siri non conserva registrazioni se non su autorizzazione esplicita, la decisione di chiudere la questione con un pagamento senza ammettere colpe lascia qualche dubbio.

Questa situazione potrebbe aprire un precedente molto pericoloso per il futuro al quale anche le altre aziende dovranno stare attente. L’effetto domino dunque è pronto a scattare, mentre Apple cerca di risolvere il problema in casa propria.

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